“ Fino agli anni ’80 hanno rappresentavano un punto di riferimento per i residenti, nell’ambito del commercio vomerese – afferma Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, parlando dei negozi di generi alimentari: panetterie, salumerie, coloniali, macellerie e pescivendoli, che si tramandavano di padre in figlio, con ditte conosciute in tutta la Città per la rinomanza dei loro prodotti -. Poi, man mano che avanzavano i supermercati, hanno visto decimata la loro clientela, attratta dalle offerte praticate da questi ultimi. Il colpo ferale, infine, è stato determinato dalla crisi economica e dal lievitare dei costi di gestione, a partire dai canoni di locazione “.
“ Tra tali esercizi famose erano le pescherie del Vomero – ricorda Capodanno -. Di una delle più note si trova traccia anche nel libro “Vomero e dintorni” di Mimmo Piscopo. Si tratta della pescheria “Il Golfo di Pozzuoli”, “rinomata per la freschezza del prodotto che offriva a privati e pubbliche istituzioni, come alberghi e cliniche” afferma l’autore“. Si trovava in via Scarlatti, nei pressi di piazza Vanvitelli, a fianco del mitico “Grottino” di Angelo Giuliano, anche’esso scomparso da tempo, che si sviluppava sotto ai locali che un tempo ospitavano l’ufficio postale del Vomero, al quale si accedeva dalla stessa piazza Vanvitelli “.
“ Un’altra pescheria – afferma Capodanno – anch’essa storica, dal momento che la sua attività era iniziata alla fine degli anni ’50, scomparsa circa cinque anni fa, si trovava all’angolo tra via Scarlatti e via Morghen. Più di recente, nei mesi scorsi ha chiuso un’altra pescheria, anch’essa denominata: ” Golfo di Pozzuoli”, presente da molti lustri in via Enrico Alvino, al civico 59, a pochi passi dai locali che un tempo ospitavano il mitico bar Daniele, anch’esso notoriamente scomparso “.
“ Così, nell’indifferenza delle istituzioni – prosegue Capodanno -, aziende che, in oltre mezzo secolo di vita, hanno reso famosi gli esercizi commerciali di tradizione del Vomero, continuano a morire.
Una trasformazione quella settore commerciale vomerese che ha subito una preoccupante quanto emblematica impennata in questo scorcio di secolo. Sicché, al posto delle botteghe artigianali e di esercizi commerciali delle antiche tradizionali famiglie vomeresi, la gestione dei quali si tramandava di padre in figlio, sono arrivate attività di ogni tipo “.
” In particolare – sottolinea Capodanno -, negli ultimi si assiste a un vero e proprio boom di attività legate agli esercizi pubblici, prevalentemente per la somministrazione di cibi e di bevande, che hanno trasformano il quartiere collinare in una sorta di enclave del fast food in salsa partenopea, con tanto di gazebo, ombrelloni, tavoli e sedie, di ogni foggia, colore e dimensione, che invadono piazze, strade e marciapiedi. Solo in piazza Vanvitelli sono una decina gli esercizi pubblici presenti. Altrettanti nell’ambito della vicina isola pedonale di via Scarlatti “.
” E non è finita qui – aggiunge Capodanno -, perché in questi giorni ne sono in allestimento altri nella stessa via Alvino, ma anche in via Luca Giordano, trasformata anch’essa, nei tratti pedonalizzati, in una sorta di prolungamento degli esercizi pubblici, spuntati come funghi, con arredi presenti sulla strada ventiquattro ore su ventiquattro “.