Incappucciati minacciano il fioraio per rubare un albero di Natale dal negozio. Sono in sette, tutti minorenni tranne uno. Alcuni hanno il passamontagna, altri lo scaldacollo fin sopra agli occhi per coprirsi il volto. Poi prendono a pugni l’amico del fioraio che si trova lì e tenta di difenderlo. Venerdì sera di paura al Vomero. Sono da poco passate le otto, le serrande dei negozi cominciano ad abbassarsi ed i locali a riempirsi. Anche Vincenzo, che tutti chiamano Enzo nel quartiere, sta cominciando a sistemare all’interno del negozio i fiori esposti sulla strada, in via Morghen 32. Manca poco per chiudere ed andare via. Con lui c’è sua moglie, 62 anni e l’amico Domenico, 60 anni, che fa il portiere in un palazzo della zona. D’improvviso un ragazzo incappucciato entra nel negozio. Poco dopo arrivano gli altri sei. Enzo, 64 anni, capisce subito le loro intenzioni: vogliono rubare il piccolo albero di Natale esposto. Tenta di opporsi, di mandarli via. Cominciano le minacce, le urla. Aggrediscono il fioraio, la moglie e l’amico che ha la peggio: un pugno dritto sul setto nasale. Alcuni dei ragazzi escono fuori, gridando. I passanti spaventati fuggono, mentre alcuni commercianti tentano di fermare il branco di giovanissimi. Proprio in quel momento passa di lì un’auto dei carabinieri del nucleo radiomobile di Napoli. Viene preso e fermato uno dei ragazzi: ha 15 anni. Gli altri sei tentano di scappare scendendo i gradoni di via Pedamentina, a San Martino. Ma il nucleo radiomobile e quello operativo della compagnia Vomero li rintracciano e li bloccano. Sono tutti studenti incensurati, residenti nei Quartieri Spagnoli. Hanno dai 14 ai 16 anni e l’unico maggiorenne ha 22 anni. Nel frattempo Domenico viene portato all’Ospedale del Mare e poco dopo dimesso. I ragazzi denunciati per tentata rapina in concorso e lesione personale colposa aggravata vengono poi affidati ai loro genitori. Ancora scosso il fioraio. «Mio zio è andato via da poco, perché era ancora troppo provato e preferisce non parlare per il momento di quanto accaduto» ha detto ieri mattina il nipote che lavora con lui al negozio. Qui il giorno dopo la rapina in tanti – tra clienti, residenti e commercianti – si sono presentati per sapere come stava, per un gesto
di vicinanza e solidarietà.