Vinitaly spazza via il lungo pit stop imposto dalla pandemia mostrando agli occhi del mondo una
produzione vinicola italiana ad alta qualita’ diffusa lungo la Penisola. Alla Fiera di Verona il Salone internazionale dei vini si e’ chiuso oggi con 93 mila presenze complessive, di cui 29.600 straniere. In crescita rispetto all’ultima edizione gli ingressi di buyer esteri (+20% circa) provenienti da 143 Paesi, che hanno rappresentato un terzo del totale degli operatori accreditati. Degna platea per una ripartenza grintosa delle 4mila aziende espositrici che a Veronafiere hanno incontrato, in oltre 11mila appuntamenti commerciali programmati, oltre mille buyer, perlopiu’ qualificati e big spender a detta di molte cantine. In forte crescita, tra i 18 padiglioni e i banchi di assaggio, gli arrivi di operatori da Usa (+45%) e Asia (+116%). Il bilancio di Vinitaly 2023 “e’ estremamente positivo. Una
manifestazione che valorizza il Sistema Italia per aprirlo a
nuovi mercati, per far crescere la nostra economia” sottolinea
il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida registrando
“ottimismo e voglia di fare” tra le imprese del settore.
“Seppure l’edizione di quest’anno ha segnato tanti record,
lavoreremo fin da subito perche’ quella del prossimo anno la
superi ampiamente”, annuncia Lollobrigida. E il presidente del
Veneto Luca Zaia chiede al governo di indicare formalmente il
salone di Verona “come unica manifestazione internazionale
italiana del vino”. “L’esecutivo, giunto davvero in forze, ha
avuto il merito di comunicare all’estero – prosegue Zaia – che
l’Italia si muove compatta, facendo sistema fra i territori,
pronta a proteggere le proprie produzioni agronomiche e
vinicole”. E l’edizione 2023 registra, rimarca il presidente
della Regione Veneto, “il numero record nella storia della
manifestazione di presenze dall’estero”. “La sfida per i vini
italiani oggi e’ il mercato mondiale e Vinitaly e’ una piazza
importantissima dove presenziare”, afferma Silvano Brescianini,
presidente del Consorzio Franciacorta, dal padiglione Lombardia.
Bilancio positivo della Vinitaly experience anche per il
Consorzio Vini Valpolicella, la cui collettiva e’ stata visitata
da istituzioni, a partire dalla premier Giorgia Meloni, e
operatori dagli States e Nord Europa. Di “ambiente sfidante,
propenso all’Innovazione” parla la giovane imprenditrice
pugliese Marzia Varvaglione, mentre l’umbro Marco Caprai
riconosce il “grande sforzo di incoming” di Veronafiere e
Agenzia Ice.
Per il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini che ha
contato 8mila visite al giorno allo stand confederale “Vinitaly
torna a essere la vetrina per eccellenza dell’immenso patrimonio
vitivinicolo nazionale con gli agricoltori protagonisti”. Dal
comparto primario appelli per misure di ristoro danni siccita’ e
patologie della vite che con i cambiamenti climatici si stanno
moltiplicando fino a mettere a rischio il 7% del Vigneto Italia.
Logistica, tagli alla burocrazia, e sostegni all’enoturismo,
chiesti a gran voce. Intanto nella vetrina scaligera fa
discutere il debutto del cosiddetto “canvino”, il vino in
lattine riciclabili proposte da alcune cantine cooperative in
particolare per il mercato giapponese. “Mentre Vietnam e Malesia
vogliono solo vetri pesanti” ricorda Caprai, che constata anche
aperture sulle rotte commerciali in Africa. “Siamo molto
contenti – commenta Maria Teresa Ceci, titolare Ceci 1938 – di
questa edizione di Vinitaly, la fiera e’ tornata ad essere di
centrale importanza per il settore. Abbiamo introdotto in
anteprima una bottiglia di alluminio per vino spumante che con
il suo tappo di sughero, la gabbietta e la capsula ci permette
di rispettare la tradizione guardando al futuro. E abbiamo
incontrato operatori italiani ed esteri che hanno apprezzato
molto l’iniziativa”.