Il ‘respiro’ dei Campi Flegrei e’ stato visto in azione dai radar a bordo dei satelliti Sentinella dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa). I dati indicano che il processo di deformazione del suolo iniziato negli anni ’70 e’ ancora in corso e le ultime misure, prese fra l’ottobre 2014 e marzo 2015, mostrano che il terreno continua a sollevarsi al ritmo di mezzo centimetro al mese. Il risultato e’ stato presentato a Frascati, nel convegno sulla tecnica di
interferometria radar satellitare presso il centro dell’Esa per l’osservazione della Terra (Esrin). I Campi Flegrei sono una grande area vulcanica attiva, nella quale si trova uno dei vulcani piu’ temuti al mondo. E’ in realta’
uno dei cosiddetti ‘supervulcani’: nel mondo le strutture di
questo tipo sono appena una decina e capaci di eruzioni molto
violente, ma per fortuna molto rare. A causa della sua natura
vulcanica, l’area e’ caratterizzata da deformazioni continue
della superficie, fenomeni di abbassamento e sollevamento del
suolo chiamati bradisismo. ”Nel 2012, il tasso di deformazione
era di 3 centimetri al mese e ha indotto il dipartimento della
Protezione Civile a spostare il livello di allerta del piano di
emergenza dei Campi Flegrei dal livello di base (verde) a quello
di allarme (giallo)”, spiega Sven Borgstrom, dell’Istituto
Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). ”Il processo di
sollevamento – aggiunge il ricercatore – continua ancora oggi:
le immagini radar del satellite Sentinel-1A catturate tra
ottobre 2014 e marzo 2015 mostrano che il suolo si sta
sollevando al ritmo di circa 0,5 centimetri al mese”.
La tecnica di telerilevamento usata per misurare il
sollevamento della superficie di Campi Flegrei si chiama
interferometria da Radar ad apertura sintetica (In-Sar). Si basa
sul confronto tra due immagini radar, acquisite in tempi
differenti sulla stessa per rilevare piccole variazioni che si
verificano nel tempo.