Di Laura Caico
Indifferenza, il sublime distacco. Durante la dotta e affascinante conversazione tenuta da Marcello Veneziani nella sala Filangieri dell’Archivio di Stato di Napoli in occasione della presentazione del suo ultimo libro “L’amore necessario” edito da Marsilio, è apparso chiaro il fil rouge che lega la produzione letteraria di quest’autore che torna e ritorna, con impegno titanico per il salvataggio dell’uomo, su temi di approfondimento psicologico degli archetipi che governano il mondo sin dalle origini dell’umanità.
Sulle ali del pensiero di Platone, Aristotele ed Empedocle, Veneziani trascina l’uditorio in un volo filosofico che contempla le forze potenti che muovono il mondo e l’umanità, partendo dalle pulsioni primigenie che albergano in ogni essere umano e che vengono sublimate nell’amore o negate con l’indifferenza, il reale antagonista dell’amore, il suo avversario più temibile giacchè “L’indifferenza è apatia, assenza di passioni e quindi il contrario dell’amore (che non è l’odio, come comunemente si ritiene): nella storia del mondo si alternano i principi dell’amore e dell’odio, come sosteneva anche un grande pensatore dell’antichità asserendo che i due principi che muovono il mondo sono l’amore e la contesa. Essi coabitano inevitabilmente nell’uomo – sempre in bilico fra spirito d’amore e spirito guerresco – e, seppur bisogna saper ricacciare nella sua dimensione l’odio e saperlo combattere, tuttavia non possiamo eliminare quello che ci vive dentro perché ce lo impone una sorta di rispetto verso i rapporti con le altre persone. L’amore – la sola forma di schiavitù che rende liberi – è in sé una forza eversiva, molto più pericolosa dell’odio perché suscita energie potenti che neanche l’odio riesce a suscitare e quindi indubbiamente è un’energia fortissima.” Così Veneziani riallaccia il destino dell’uomo alla sua dimensione fisica che gli permette di agire sul piano materiale e non solo metafisico, incentrando le sue riflessioni sull’amore “figlio della biologia, quello tra un uomo e una donna perché, finché siamo umani, il principio su cui si fondano le società è la riproduzione: esiste un solo amore, quello naturale che tutti conosciamo. Esistono però nove gradi di amore (e il significato dell’amore e’ nell’armonia di tutti e nove) in rapporto alla vita, a chi ami, alla famiglia, al mondo, alla sapienza, all’amore patrio, all’amore del Fato, all’amor di Dio e all’amore di verità, il più importante giacchè non è acquisito una volta per tutte: la verità viene continuamente ricercata e ognuno di noi si distingue per la forza di tensione verso di essa.”
Nelle pause della presentazione – mirabilmente organizzata dall’onorevole Amedeo Laboccetta presidente dell’associazione Polo Sud e introdotta dall’anfitrione Candida Carrino direttore dell’Archivio di Stato – il pubblico è rimasto incantato dal contributo musicale dell’eccelso Maestro Francesco Nicolosi che ha eseguito al piano alcune romantiche melodie (come preludio alla festa di San Valentino) e il contributo vocale dello straordinario attore teatrale Luca Violini che ha letto con la sua voce calda e profonda alcuni stralci de “L’amore necessario”. L’autore conclude, tra gli applausi scroscianti del folto pubblico intervenuto, parafrasando nella sua acuta analisi esistenziale l’ultimo verso del Paradiso e della Divina Commedia di Dante Alighieri “L’amor che move il sole e l’altre stelle (Paradiso, XXXIII, v. 145)” e ribadendo che “nella società del disamore, del narcisismo e dei desideri egoistici, in cui “Io ama Io” e contano solo la tecnica e il mercato, non resta che ricominciare dall’amore, oltre sé stessi. Quando avverti che tutto sta crollando, non resta che ripartire da ciò che salva, che genera, che unisce, che origina. Dall’Amore necessario.”