Venerdi’ sara’ una giornata di possibili disagi per chi si muove con i mezzi pubblici. Bus e metro sono infatti a rischio per lo sciopero nazionale di 24 ore
del trasporto pubblico. La protesta, a poco piu’ di un mese di
distanza dall’ultimo sciopero nel settore, e’ indetta
unitariamente dalle sigle di categoria di Cgil, Cisl, Uil, Cisal
e Ugl per il rifiuto delle associazioni datoriali di avviare una
“reale trattativa per il rinnovo del contratto” e per chiedere
il “miglioramento delle condizioni lavorative”, sia normative
che salariali.
Il contratto collettivo nazionale Autoferrotranvieri
Internavigatori (Mobilita’ Tpl) e’ scaduto il 31 dicembre 2017: da
allora e’ stato fatto un accordo ponte che ha coperto con un’una
tantum il triennio 2018-20, ma in occasione di quell’accordo si
era anche stabilito che si sarebbe arrivati al rinnovo entro
novembre 2021. L’impegno e’ stato invece disatteso e cosi’ i
sindacati sono tornati a protestare. Prima con lo sciopero di 4
ore del 14 gennaio, e ora con la nuova azione indetta per
l’intera giornata di venerdi’ .
“Il tema delle risorse per la diminuzione della domanda di
mobilita’ , dovuta alle misure di contenimento per l’emergenza
pandemica e, ancora prima dell’emergenza sanitaria, per i tagli
al settore operati negli anni, non possono e non devono essere
un pretesto per rinviare all’infinito la chiusura del contratto,
anche in considerazione delle cospicue risorse pubbliche
stanziate”, spiegano Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa
Cisal e Ugl Autoferrotranvieri. La questione principale e’ quella
salariale, con le buste paga ferme ancora al 2017. Ma c’e’ anche
il problema della difficolta’ crescente per le imprese del tpl di
reperire autisti, con i giovani che guardano con sempre meno
interesse un settore caratterizzato da bassi salari e alti costi
per le abilitazioni professionali. Infine, rivendicano i
sindacati, la vertenza “ha bisogno come luogo di confronto, alla
presenza di tutti i soggetti coinvolti, di una sede
istituzionale” e che le istituzioni interessate, “a cominciare
dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilita’ Sostenibili,
intervengano, anche al fine di vincolare una parte delle stesse
risorse al rinnovo del ccnl”. Al Ministero guidato da Enrico
Giovannini intanto si continua a lavorare alla riforma del tpl,
per la quale il ministro ha confermato l’impegno di inviare al
Parlamento un documento con delle ipotesi normative entro fine
febbraio.
Lo sciopero di venerdi’ interessera’ bus, tram, metropolitane e
ferrovie locali, si svolgera’ nel rispetto delle fasce di
garanzia e sara’ articolato secondo modalita’ locali. A Milano lo
stop scattera’ dalle 8.45 alle 15 e dalle 18 a fine servizio, a
Roma dalle 8.30 alle 17 e dalle 20 a fine servizio, a Torino
dalle 9 alle 12 e dalle 15 a fine servizio, a Napoli dalle 9.30
alle 17 e dalle 20 a fine servizio. Nelle principali citta’ sono
inoltre previsti presidi presso le prefetture e le istituzioni
locali.