Nel giorno del ‘botta e risposta’ tra il presidente della Giunta regionale della Campania,
Vincenzo De Luca, e il commissario’ per l’emergenza Francesco
Paolo Figliuolo, l’indice di contagio nella regione resta alto.
I positivi del giorno sono 1386 di cui 887 asintomatici e 449
sintomatici, i deceduti sono 43.
Lo scontro e’ sui criteri per le vaccinazioni. A dar fuoco
alle polveri e’ stato De Luca che, parlando a Benevento, ha
riferito “di aver appena finito di parlare con il commissario
Figliuolo al quale ho detto che una volta completati gli ultra
ottantenni e i fragili noi non intendiamo procedere per fasce di
eta’ “. Una scelta per mettere in sicurezza alcune categorie
produttive, scongiurando cosi’ rischi di paralisi per l’economia,
iniziando da quella turistica”. La risposta di Figliuolo, pero’ ,
non e’ tardata ad arrivata, rapida come un colpo di artiglieria.
La campagna di vaccinazione, ha fatto sapere il commissario,
“deve proseguire in modo uniforme a livello nazionale, senza
deroghe ai principi che lo regolano, facendo riferimento
all’ordinanza che indica le categorie prioritarie”. “L’obiettivo
– ha aggiunto – e’ quello di mettere al sicuro le persone fragili
e le classi di eta’ piu’ anziane, che sono le piu’ vulnerabili
all’infezione. Piu’ celermente si concludera’ questa fase, prima
si potra’ procedere a vaccinare le categorie produttive”.
I fronti aperti sono diversi. “Se per aprile non arrivano in
Campania i duecentomila vaccini in meno che ci hanno sottratto
nei tre mesi che abbiamo alle spalle prenderemo misure
clamorose: non parteciperemo piu’ alle riunioni della conferenza
Stato – Regioni perche’ non intendiamo piu’ essere presi in giro”,
ha tuonato ancora De Luca. Poi, dopo una lunga riunione con i
vertici sanitari, ha precisato: “La campagna di vaccinazione
segue le priorita’ indicate per gli ultraottantenni e le
categorie fragili. Realta’ concreta e’ l’accumulo di Astrazeneca
non utilizzato per varie indisponibilita’ . E’ per questo vaccino
che si procedera’ a una utilizzazione anche per categorie
economiche”. In ogni caso domani le vaccinazioni si svolgeranno
regolarmente, secondo convocazioni, nei centri vaccinali della
regione, ha fatto sapere l’Unita’ di Crisi i nserata.
Ad oggi, in Campania, sono 1.082.280 le dosi di vaccino
somministrate. Complessivamente sono stati vaccinati con la
prima dose 792.964 cittadini. Di questi 289.316 hanno ricevuto
la seconda dose. L’Asl ha Napoli ha recuperato 4800 dosi Domani
alla Mostra d’Oltremare sono stati convocati 18 cittadini con
oltre 80 anni per la seconda dose e 3.000 cittadino tra i 70 e i
79 anni. Alla Stazione Marittima 1.000 cittadini 70-79, mentre
alla Fagianeria di Capodimonte saranno 800 della stessa
categoria, tutti da vaccinare con Astrazeneca. Il Museo Madre
sara’ invece chiuso.
Mercoledi’ nel pomeriggio si svolgeranno in Mostra d’Oltremare
1.131 richiami per gli over 80 con i vaccini Pfizer in arrivo
mercoledi’ , mentre in mattinata tocchera’ a 1.550 cittadini 70-79
anni, stessa categoria in vaccinazione alla Stazione Marittima
con mille convocati e alla Fagianeria con 800 convocati, mentre
il Museo Madre resta chiuso.
La vera preoccupazione e’ sul numero delle dosi a disposizione
e sul rischio di esaurimento delle scorte e, quindi, del
conseguente stop delle attivita’ dei centri vaccinali. Sul sito
del ministero la Campania stamattina alle 7.10, nell’ultimo dato
disponibile, era all’85,4% dei vaccini somministrati sul totale
ricevuto, una cifra che con le vaccinazioni di oggi in tutta la
regione arrivera’ praticamente all’esaurimento, tenendo da parte
una piccola dose per i richiami. Al momento non sono previste
consegne di vaccini in Campania. La prossima spedizione e’ attesa
per mercoledi’ con 148.000 dosi di Pfizer. Le Asl al termine
della riunione di oggi con De Luca hanno comunque affermato che
proseguiranno con le vaccinazioni nei prossimi due giorni con i
resti, in particolare di Astrazeneca.
Intanto, anche quella di oggi e’ stata un’altra giornata di
protesta. Si e’ registrata la mobilitazione dei pastorai di San
Gregorio Armeno, a Napoli, che temono per il futuro delle loro
botte, ormai chiude da mesi. “Sono venuti dalle agenzie
immobiliari a chiedere se vogliamo vendere le botteghe, vogliono
approfittare delle nostre difficolta’ per trasformare la strada
in un centro commerciale e far sparire la tradizione”, ha
spiegato uno degli artigiani stigmatizzando cosi’ la necessita’ di
riaprire al piu’ presto.