I medici vaccinatori lo dicono chiaro, sui cittadini che hanno priorita’ ad essere vaccinati o
curati con anticorpi monoclonali nonostante il protocollo
esistente, le linee non sono chiare e non si capisce chi deve
decidere chi sono i vulnerabili. In soccorso arriva la proposta
che sara’ sottoposta al ministro Roberto Speranza di un modello,
gratuito, messo a punto dai ricercatori dell’Universita’ Milano
Bicocca analizzando i dati della prima e seconda ondata
dell’epidemia. E che individua i cittadini tra i 18 e i 79 anni
che rischiano di essere intubati o di morire se contraggono il
Covid sulla base delle informazioni che le Regioni usano per
rimborsare i servizi pubblici e convenzionati che erogano le
prestazioni sanitarie. Il modello Cvs (Covid vulnerability
score) attribuisce ad ogni cittadino un punteggio e fa scattare
il semaforo verde per la vaccinazione prioritaria.
In una lettera-appello 15 Societa’ Scientifiche (tra cui
Siset, Sin, Sid, Fimmg, Fadoi, Siapav, Sidv) che aderiscono alla
Consulta delle Societa’ scientifiche per la riduzione del rischio
cardiovascolare, chiedono al ministro della Salute che il
metodo venga adottato.
“Il punteggio Cvs ha documentate ed eccellenti capacita’ di
identificare la maggior parte degli individui a rischio
effettivo, e di escludere quelli con basso rischio – scrivono –
queste proprieta’ del modello sono di gran lunga superiori
rispetto a un modello che si limiti a un elenco di condizioni
come quelle riportate nelle ‘Raccomandazioni ad interim sui
gruppi target della vaccinazione anti-Sars-Co-2′ dell’8
febbraio. Inoltre il punteggio Cvs e’ agevolmente ottenibile in
modo automatico da tutte le Regioni Italiane, visto che i dati
per calcolarlo sono quelli che le Regioni usano per rimborsare i
servizi pubblici e convenzionati”.
Le Societa’ scientifiche sottolineano come una strategia
vaccinale che tenga conto del modello proposto “consentirebbe di
evitare centinaia di manifestazioni cliniche critiche
(intubazioni) e decessi causati dal Covid.
Oltretutto, il modello trova applicazione non solo per le
priorita’ vaccinali, ma anche ad esempio per il trattamento con
anticorpi monoclonali. Il razionamento sara’ anche in questo caso
inevitabile, ma con quali criteri razionare?”
Giovanni Corrao, professore di Statistica medica
all’Universita’ Milano Bicocca, che ha sviluppato con il suo team
l’algoritmo spiega: “Quello che ci ha insegnato l’ultimo anno e’
che a incidere sull’aggravamento dell’infezione nei pazienti non
e’ la singola malattia, ma il profilo clinico. Abbiamo studiato
le informazioni sulle persone intubate o decedute per Covid,
incrociandole con i dati sui singoli individui quale
l’assistenza data negli ultimi due anni e abbiamo ottenuto un
risultato di ottima qualita’ “.
E le Societa’ scientifiche aggiungono: “In altri termini, abbiamo
sufficienti dati per identificare chi ha contratto
manifestazioni cliniche severe/critiche/fatali da marzo 2020 in
poi e per conoscere le malattie di cui soffrivano, potendo cosi’
delineare il profilo clinico complessivo dei cittadini a maggior
rischio”.
La Lombardia e’ stata la prima regione a proporsi Regione pilota
mettendo a disposizione i dati per la messa a punto del modello.
Altre regioni hanno poi aderito al progetto, Valle d’Aosta,
Marche, Puglia e Sicilia.
“Le regioni che hanno partecipato e a cui abbiamo fornito
l’algoritmo, lo hanno applicato, hanno calcolato con i loro dati
e ha funzionato”, conclude Corrao.