Ogni anno sono 7mila gli italiani colpiti da tumore della prostata metastatico. Ma cure più efficaci e meno sprechi, avvertono gli oncologi, sono possibili con un adeguato monitoraggio del paziente. “E’ il cancro maschile più frequente – afferma Alberto Lapini, presidente degli uro-oncologi Siuro in occasione del Consensus Conference a Bologna di 7 Società Scientifiche con oltre 100 partecipanti – e oltre il 90% dei malati riesce a sconfiggerlo. Abbiamo a disposizione terapie innovative ma bisogna migliorare l’assistenza nei casi più gravi della patologia. Vogliamo quindi stabilire un programma di esami condiviso e valido in tutta la Penisola”. Attualmente, spiega, “non esiste un programma condiviso che sia valido su tutto il territorio nazionale. Spetta al singolo centro stabilire i controlli da svolgere dopo la diagnosi della malattia. Può quindi succedere che alcuni italiani siano sottoposti ad un numero eccessivo di esami mentre altri pazienti non vengano sufficientemente monitorati. Spesso capita che alcuni test, particolarmente complessi e magari superflui, siano pagati dallo stesso malato”. Per questo, conclude, “vogliamo quindi razionalizzare e uniformare la pratica clinica per poter così ridurre gli esami superflui. Questo porterebbe anche a notevoli risparmi economici sia per il singolo paziente che per l’intero sistema sanitario nazionale”.