Erano specializzati in truffe ai danni di persone anziane che spesso vivevano da sole i componenti del gruppo smantellato con 15 arresti dai carabinieri di Caserta su ordine del Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere; tutti napoletani gli indagati, undici dei quali finiti in carcere, quattro ai domiciliari; i reati contestati sono l’associazione a delinquere finalizzata alle truffe agli anziani. Coinvolti anche tre minori. Quasi quaranta i casi scoperti dagli inquirenti della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere per un profitto illecito di oltre 40mila euro consistente soprattutto in soldi e gioielli; coinvolti anche tre minori, che avevano ruoli esecutivi, e la cui posizione e’ stata stralciata ed e’ al vaglio della Procura dei Minori di Napoli. Scarsa la collaborazione delle vittime, che non hanno denunciato piu’ spesso per vergogna; il Procuratore Maria Antonietta Troncone, nel corso della conferenza stampa convocata per illustrare i dettagli dell’operazione, ha cosi’ lanciato un appello: “Non vergognatevi di quello che e’ successo e non abbiate remore nel denunciare. Abbiate fiducia nella magistratura e nei carabinieri. Con questi arresti non pensiamo comunque di aver arginato il fenomeno
perche’ e’ vasto”.
A capo del gruppo, hanno accertato gli inquirenti, c’erano i
fratelli Vincenzo e Gennaro Varriale, cui vengono contestate in
totale 39 truffe (rispettivamente 33 il primo, 6 il secondo),
Vincenzo Giannetti (13 truffe) e Ciro Ruggiero (26 truffe).
Collaudato il modus operandi, emerso negli ultimi mesi in
seguito ai cinque arresti in flagranza effettuati dai
carabinieri, che sono riusciti ad evitare che alcuni raggiri
venissero consumati. Le vittime venivano seguite dai membri del
gruppo che ne studiavano cosi’ le abitudini e le relazioni con
parenti e vicini; la fase successiva consisteva nel mettersi in
contatto con la vittima designata. Il truffatore si spacciava
per nipote dell’anziano, cui chiedeva di preparare dei soldi
perche’ di li’ a poco sarebbe arrivato un corriere per la consegna
di un prodotto da pagare. Emblematica una telefonata
intercettata dai carabinieri guidati dal capitano Andrea Cinus.
“Nonna – diceva il truffatore – preparami 1500 euro, quindici
volte 100” specificava l’uomo visto che l’anziana non aveva
sentito bene. “Non ce li hai? Allora prendi tutti gli oggetti
d’oro che quelli vengono a prenderseli; poi oggi passo io, do i
soldi e mi riprendo i gioielli”, aggiungeva. Dopo questa prima
telefonata, arrivava poco dopo quella del falso corriere
espresso, ovvero un altro componente del gruppo che carpiva in
tal modo l’indirizzo preciso e si presentava a casa della
vittima consegnando un pacco contenente solitamente
bagnoschiuma, calzini, o prodotti informatici come il mouse. In
altre circostanze alle vittime sono state fatte richieste di
denaro fino a 3000 euro; e’ inoltre emerso che gli indagati sono
stati in grado di sospendere temporaneamente il traffico
telefonico delle vittime per evitare che avvertissero altri
parenti.Nei mesi scorsi, a gennaio, rimase vittime della truffa
anche la 79enne vedova dell’ex sindaco di Pagani (Salerno)
Marcello Torre, ucciso dalla camorra nel lontano 1980.