Usati per valutare se fare unimpianto dentale o per vedere se sono presenti carie, i raggix sono ormai diventati un esame di routine per la cura dei denti,ma non sempre sono realmente necessari. E sono i pazienti a pagare, con la propria salute, un uso indiscriminato di radiografie e, soprattutto, tac. E’ l’allarme che arriva dal ventesimo congresso della Societa’ Italiana di Parodon tologia eImplantologia (SIdP), in corso a Rimini. Un’eccessiva e inappropriata esposizione a radiazioni, infatti, puo’ aumentareil rischio di malattie alla tiroide e di alcuni tumori.Oltre a non esser sempre necessarie, inoltre, le radiazioninon sono tutte uguali. Fra i macchinari che emettono meno raggi,come le mini-radiografie, e quelli che ne emettono di piu’, comele sempre piu’ diffuse tac, ci puo’ essere una differenza di em issioni fino a cento volte. Basti pensare, sottolineano glie sperti de lla SIdP, che con una sola tac assorbiamo circa lameta’ della dose di radiazioni ionizzanti provenienti da font enaturale a cui siamo esposti nell’arco di un anno. Allo stessotempo, per le tac come per le ortopanoramiche o le radiografie,e’ bene utilizzare sempre le dovute protezioni, come camici e collari piombati e limitare l’esame alla zona della bocca piu’piccola possibile. “Sono strumenti di diagnosi utili – spiega ilpresidente SIdP Mario Aimetti – ma il nostro obiettivo e’richia mare a un utilizzo appropriato, lim itato ai casi in cui e’necessario e sempre scegliendo il test meno ‘pesa nte’ dal puntodi vista dell’esposizione a radiazioni ionizzanti”