A cura di Teresa Lucianelli
Ritorna alla grande al Trianon Viviani, la tradizionale Cantata dei Pastori di e con Peppe Barra, grazie anche alla collaborazione della Fondazione Campania dei Festival. Ovazioni da parte del pubblico presente, per il grande artista partenopeo e per la sua eccellente compagnia che riescono a donare emozioni uniche e preziose.
Arriva di nuovo sul palcoscenico del popolare teatro di Forcella, dopo tre anni di assenza, il famoso spettacolo, spiccatamente e magicamente natalizio, ispirato liberamente alla sacra rappresentazione del 1698 firmata da Andrea Perrucci, scritto da quel talento che è Peppe Barra, con Paolo Memoli.
Fino a venerdì 30 dicembre, alle ore 21, tranne mercoledì 28 alle 17,30, connoterà il periodo natalizio del celebre teatro napoletano.
La Cantata dei Pastori narra le vicissitudini di Maria e Giuseppe nel loro viaggio verso Betlemme, le insidie dei Diavoli che vogliono impedire la nascita del Messia, la loro sconfitta ad opera degli Angeli e l’adorazione di personaggi presepiali quali pastori, cacciatori e pescatori. Tra i personaggi, spicca quello comico dello scrivano Razzullo, inviato in Palestina per il censimento della popolazione. Si tratta di un popolano affamato, incapace di svolgere un lavoro stabile.
Successivamente, a fine ‘700 venne introdotto, a furor di popolo, un altro personaggio comico, Sarchiapone, barbiere matto, in fuga per aver commesso due omicidi.
La Cantata è stata più volte ripresentata con molto successo, negli ultimi decenni. Nel corso della rappresentazione, le due componenti, quella sacra e la profana, si fondono fino alla scena finale dell’adorazione del Redentore.
Questa produzione, firmata da Modus art, è diretta da Nunzio Areni; le musiche sono di Carmelo Columbro, che dirige anche l’orchestra Modus art, e di Lino Cannavacciuolo. La canzone di Razzullo è di Roberto De Simone. Le scene sono firmate da Tonino Di Ronza; i costumi da Annalisa Giacci; le coreografie da Erminia Sticchi. Accanto allo scrivano Razzullo, interpretato da Barra, il personaggio comico del barbiere matto omicida Sarchiapone è impersonato da Salvatore Misticone (popolare signor Scapece del film Benvenuti al Sud). Con loro in scena, Maria Letizia Gorga (la Zingara e Gabriello), Chiara Di Girolamo (Maria Vergine), Patrizio Trampetti (Cidonio e Diavolo oste), Giacinto Palmarini (Demonio), Francesco Viglietti (Armenzio), Giuseppe De Rosa (Benino), Fabio Fiorillo (Ruscellio), Andrea Carotenuto (San Giuseppe) e Ciro Di Matteo (Diavolo mangiafuoco). Nel corpo di ballo: Amina Arena, Claudia Curti, Marica Cimmino, Chiara Celotto, Teresa De Rosa, Ilaria Punzo, Christian Pellino e Antonio Grasso.
La sala Salvatore Di Giacomo del teatro Trianon Viviani, in abbinamento, alla Cantata dei Pastori ospita l’interessante mostra di David Barra “Archetipi Arcani”, dall’allegoria al simbolo. In essa si evidenziano elementi figurativi rintracciabili nella stessa Cantata, legati al folklore popolare.
Ventotto le opere nella mostra di David Barra derivanti da due percorsi creativi differenti e, solo in apparenza, decisamente distanti tra loro. In parte del materiale espositivo, una personale rivisitazione su tela di icone, allegorie ed elementi figurativi legati al folklore popolare e rintracciabili nella sacra rappresentazione di Andrea Perrucci messa in scena da Peppe Barra. La rielaborazione su carta fotografica dei ventidue Arcani maggiori che compongono l’enigmatico mazzo di carte dei Tarocchi, è invece l’altra componente dell’esposizione. La distanza – più di facciata che di distanza – che separa le due produzioni è evidenziata dal radicale contrasto tra il bianco e nero degli Arcani e il colore delle opere riconducibili in maniera più diretta ai temi religiosi della Cantata dei Pastori. In effetti, le opere dell’esposizione si collocano in un’unica visione caratterizzante la ricerca, peraltro specifica ed esaustiva, di archetipi esistenziali e spirituali emergenti con evidenza in un’opera teatrale che trascende la dicotomia sacro/profano. I lavori sono realizzati mediante disegno digitale. Essi si collocano in una fase di ricerca in cui antico e moderno si annullano reciprocamente nell’a-temporalità dell’archetipo.
Di David Barra ricordiamo che è nato a Vico Equense nel 1982. Diplomato in Arte della stampa presso l’Istituto d’Arte di Sorrento e in Pittura all’Accademia di Belle arti di Napoli, ha esposto in mostre collettive con artisti partenopei come Renato Barisani e Arturo Borlenghi. È impegnato come illustratore, vignettista e grafico freelance.
Decisamente popolari i prezzi popolari per le rappresentazioni di martedì 27, mercoledì 28 e giovedì 29 dicembre: 16 € per la platea e i palchi I ordine; 13 € per i posti di palco di secondo e terzo ordine; il loggione a 10 €, comprensivi dei diritti di prevendita.
Modus art diretta da Nunzio Areni presenta
l’opera. Musiche di Carmelo Columbro – Lino Cannavacciuolo. La canzone di Razzullo è di Roberto De Simone
Personaggi e interpreti in ordine d’apparizione:
Zingara | Gabriello: Maria Letizia Gorga
Maria Vergine: Chiara Di Girolamo
Cidonio | Diavolo oste: Patrizio Trampetti
Demonio: Giacinto Palmarini
Armenzio: Francesco Viglietti
Benino: Giuseppe De Rosa
Razzullo: Peppe Barra
Ruscellio: Fabio Fiorillo
Sarchiapone: Salvatore Misticone
San Giuseppe: Andrea Carotenuto
Diavolo mangiafuoco: Ciro Di Matteo
corpo di ballo Amina Arena, Claudia Curti, Marica Cimmino, Chiara Celotto, Teresa De Rosa, Ilaria Punzo, Christian Pellino, Antonio Grasso. Orchestra Modus art, direttore Carmelo Columbro; scene: Tonino Di Ronza; costumi: Annalisa Giacci; coreografie: Erminia Sticchi; regia: Peppe Barra.
Assistenti alla regia Francesco Esposito, Gennaro Monti, direttore di scena Matteo Garofalo; capomacchinista Michele Birofio | macchinista Sergio Alfinito; elettricista Francesco Sabatino; fonico Gaetano Cirillo; fonico microfonista Raffaello Columbro; sarta Anna Giordano; aiuto sarta Adele Romano. Attrezzista Elio Romano; costruzioni sceniche Imparato&figli . Noleggio audio e luci Delta media events. Sartoria Lorenzo Zambrano. Trasporti M. Liberato.
Lo spettacolo si svolge in collaborazione con la Fondazione Campania dei Festival.