I pm scandaglieranno foto e video dei turisti, si dovrà accertare se sono stati rispettati tutti i parametri di sicurezza
Le voragini aperte nel terreno friabile già dopo la pioggia torrenziale dello scorso fine settimana, la scarsa presenza di addetti alla sicurezza e vigilanza, la mancata indicazione dei possibili pericoli. In un video e in decine di foto-choc scattate lo scorso sabato mattina dai visitatori del cratere della Solfatara si vede la buca nella quale sono morti due giorni fa Massimiliano Carrer, la moglie Tiziana e il loro figlio di 11 anni, Lorenzo. Immagini rilanciate su social network e pubblicate su centinaia di bacheche virtuali, che potrebbero essere ora acquisite anche dalla procura di Napoli nell’inchiesta del pm Ilaria Mancusi Barone e coordinata dall’aggiunto Giuseppe Lucantonio sulla tragedia della Solfatara.
Materiale da analizzare con attenzione perché quei fotogrammi potrebbero orientare al meglio le indagini degli inquirenti. Nel video si notano, infatti, due avvallamenti nei pressi della Fangaia senza alcuna recinzione né indicazione chiara di pericolo. Circostanze tutte da accertare nella delicata inchiesta sulla tragedia alla quale è scampato solo il più piccolo dei Carrer, Alessio di 7 anni.
Gli inquirenti, poi, devono verificare anche il racconto di un tour operator di Pozzuoli, che ha chiesto di restare nell’anonimato e che ha raccontato al Mattino che «la famiglia Carrer non era accompagnata da alcuna guida, ma stava girando lungo il percorso del cratere da sola, utilizzando la sola mappa che viene consegnata all’ingresso». Sarà ora la magistratura a chiarire se siano stati rispettati tutti i parametri di sicurezza e se c’era o meno il piano di sicurezza richiesto dal Comune di Pozzuoli. Mentre una delle guide turistiche accreditate dalla Regione ammette: «All’interno del cratere ci sono molti cartelli che segnalano in modo preciso i pericoli, ma è anche vero che non c’è alcuna delimitazione tra l’area camping e il vulcano e non ci sono vigilantes lungo tutto il percorso – dice la guida Raffaella De Cicco – Accompagno moltissime scolaresche e so che i bambini sono attratti dagli sbuffi delle fumarole ma io sono sempre attentissima ad evitare che si avvicinino troppo a quei fumi gassosi, che contengono arsenico». Un tema, quello della vigilanza e dei controlli all’interno dell’area di proprietà privata gestita dalla famiglia Angarano, su cui è intervenuto anche Luigi Esposito, presidente uscente dell’Assoalbergatori flegrei e membro del consiglio direttivo. «In genere noi proponiamo ai nostri clienti pacchetti turistici che prevedono la visita con la guida all’interno della Solfatara, perché la riteniamo più sicura per i turisti – ammette Esposito – La visita, infatti, potrebbe essere fatta anche senza la guida ma secondo noi potrebbe essere pericoloso. La tragedia dei Carrer deve far riflettere e d’ora in poi sarebbe auspicabile che ci sia una vigilanza interna più massiccia».