Insieme contro ogni violenza di matrice religiosa. A Napoli, nella Curia partenopea, i rappresentanti di tutte le fedi si sono dati appuntamento per sottoscrivere un documento interreligioso e dire no alle violenza in nome di Dio. “Come responsabili delle chiese cristiane e delle diverse comunita’ religiose presenti nella citta’ di Napoli – si legge nel documento – siamo sgomenti di fronte alle tragiche vicende di questi ultimi giorni, agli atti di violenza terroristica che hanno colpito tanti innocenti per un odio sostenuto con il blasfemo ricorso al nome di Dio. Le stragi compiute con l’abbattimento dell’Airbus russo il 31 ottobre, nei mercati di Beirut il 12 novembre, a Parigi il 13 novembre lasciano in noi amarezza e sdegno”. Tutto accaduto “abusando del nome di Dio per uccidere, distruggere, vite umane e la convivenza civile in nome di un’oscura ideologia, quella di Daesh, il sedicente Stato Islamico, che non trova alcuna giustificazione nemmeno nella fede musulmana vissuta pacificamente da tante persone”. E’ da qui che “la presenza religiosa viene percepita da molti come un motivo di preoccupazione e causa di enorme sofferenza invece che una benedizione per il nostro mondo”. “Insieme” e’ la parola chiave, del testo: “insieme” esprimere la “piu’ ferma e convinta condanna di ogni violenza contro la persona umana, contro il creato, contro le testimonianze storiche delle diverse culture, soprattutto quando azioni violente e discriminatorie vengono perpetrate in nome di Dio”; “insieme confermare il comune impegno per la crescita di una societa’ giusta, accogliente, rispettosa della persona umana, delle differenze culturali e delle tradizioni religiose che possono essere attestate in piena liberta'”. “La nostra fede, pur nelle diverse tradizioni religiose, puo’ e deve contribuire alla costruzione di una societa’ che cerca il bene comune nel rispetto della persona umana e delle istituzioni democratiche – continua il testo – Percio’ ribadiamo il nostro
impegno a curare e diffondere tra noi amicizia e collaborazione arginando sul nascere sentimenti di intolleranza che possono nascere di fronte alla violenza di terroristi che ottengono il risultato sperato proprio quando riescono a infondere sentimenti di odio, di vendetta, di intolleranza. Nessuno nelle nostre comunita’ verra’ incoraggiato a coltivare tali sentimenti e come responsabili e guide rinnoviamo il nostro impegno a condannare e a denunciare orientamenti e atti violenti che cerchino giustificazione nella propria fede religiosa”. Per il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, con l’iniziativa interreligiosa di oggi e’ stata presa una “posizione chiara e netta di condanna contro ogni forma di violenza in nome della religione”. “Lanciamo un messaggio alla nostra terra – ha sottolineato – e questo significa sensibilizzare la gente perche’ non esiste un Dio vendicativo che procura sangue”. L’Imam della moschea di Napoli, Amar Abdallah, ha ricordato che “nel Corano e’ scritto che Dio e’ clemente e misericordioso”. “Agire al di fuori di questo significa che non si agisce nel nome di Dio – Nessuno ha il permesso di togliere la vita a un altro uomo o giudicare se una persona puo’ vivere oppure no”. Ha parlato di necessita’ di fare “qualche sforzo in piu'” il
rabbino Umberto Piperno, della sinagoga di Napoli. “Uno sforzo – ha spiegato – nel quale la fratellanza umana, naturale, trovi la santita’ della parola affinche’ questa terra, nella fratellanza non riceva piu’ sangue”