I produttori di filati di Prato si preparano alla prossima edizione di Pitti Filati 86, al via il prossimo 22 gennaio, dedicato alle proposte per la primavera-estate 2020. Sono 29 le aziende del comparto, a cui si sommano altre imprese pratesi della meccanica, della logistica e della maglieria, oltre al Consorzio Promozione Filati. Nel 2019 si sono colti segnali di rallentamento negli ordini pervenuti ai produttori pratesi, soprattutto dall’estero: l’export dei primi nove mesi ha segnato infatti -2,4% rispetto al corrispondente periodo del 2018. Nonostante le non brillanti prestazioni dell’export il dato congiunturale, sempre per i primi nove mesi dell’anno, è all’insegna della stabilità, con -0,5% ma un andamento che è stato migliore nella prima parte del periodo. “Risentiamo, come molti settori, delle incertezze di un’economia internazionale che a sua volta è fortemente condizionata dalle turbolenze politiche – commenta Raffaella Pinori, coordinatrice del gruppo Produttori di filati della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord -. Il tratto caratteristico di questi ultimi anni è comunque, e sempre di più, l’attenzione per la sostenibilità. Come cittadini responsabili e come imprenditori attenti alle tendenze dei mercati lavoriamo da anni al miglioramento delle prestazioni ambientali e sociali, già buone, delle nostre aziende. Oggi ritengo che i filati per maglieria pratesi possano dirsi fra i più ‘amici dell’ambiente’ di quelli sul mercato, sia che si tratti di prodotti riciclati, sui quali il nostro distretto ha competenze uniche al mondo, sia nel caso di fibre vergini”. In totale le imprese produttrici di filati del distretto tessile di Prato sono 82, con 1.500 addetti. Il valore della produzione ammonta a 620 milioni di euro.