Un regista dei sentimenti, come Ferzan Ozpetek, non poteva che gettarsi sulla ‘Madama Butterfly’ di Giacomo Puccini con il giusto sguardo melo’, occhio da cineasta e voglia di sparigliare le carte nel segno di una modernita’ che nella lirica e’ anche troppo consumata. Ma di fatto la sua lettura dell’opera, almeno da quello che si e’ visto domenica pomeriggio, giornata di prova generale al Teatro San Carlo di Napoli, e’ rimasta, al di la’ della volonta’ trasgressiva della vigilia, nei canoni della classicita’. Molti pero’ i voli creativi in questa rappresentazione lirica
diretta da Gabriele Ferro che stasera avra’ la sua anteprima, sempre al San Carlo di Napoli, e che e’ la terza curata dal regista italo-turco. Intanto una bella scenografia minimalista, curata da Sergio Tramonti basata su due elementi a stridere, ovvero due enormi muri che limitano il villaggio dove si svolge la vicenda e poi l’immenso mare, quello che Butterfly (Evgenia Muraveva e Rebeka Lokar che si alterneranno nel ruolo di Cio-Cio-San) protagonista assoluta dell’opera, in quanto l’innamorata perfetta e donna in attesa per eccellenza, guarda spesso dando le spalle al pubblico nel suo abito rosso porpora. In realta’ Pinkerton, l’americano (Saimir Pirgu e Angelo
Villari), come vuole appunto il libretto di Giuseppe Giacosa e
Luigi Illica, si vede poco. E’ l’amore assente, Il marinaio
impenitente quello che pero’ Ozpetek, a fine del primo atto, fa
consumare del sesso, entrambi nudi, con la sua Cio Cio San
(anche se domenica i legacci che dovevano scogliere i loro abiti
non hanno funzionato del tutto tra lo stupore divertito dello
stesso regista).
Ancora nel segno dell’innovazione, Madama Butterfly e’
ambientata si’ in un villaggio di pescatori, ma di una Nagasaki
degli anni Cinquanta, ma nonostante la poetica lettura di
Ozpetek che vuole questa geisha “tutt’altro che fragile e con un
Pinkerton burattino”, alla fine le strette maglie del libretto
portano tutto verso la tradizione.
Madama Butterfly che si replichera’ sino al 20 aprile e sara’
subito ripresa dal 25 maggio al 1 giugno, ha tra i momenti di
vera poesia quello che vedono l’enorme proscenio del San Carlo
diventare schermo dove poter vedere, per meno di un minuto, la
solitudine di Cio Cio San nei confronti di quel che mare che
potrebbe dargli la morte o la vita con il ritorno dell’amato
Pinkerton.
Maestro del Coro del Teatro San Carlo, Gea Garatti, mentre
tornando al cast Raffaella Lupinacci e Chiara Tirotta (si
alterneranno nel ruolo della fedele Suzuki); Giovanni Meoni e
Filippo Polinelli (Sharpless); Luca Casalin (Goro); Ildo Song
(Lo zio Bonzo); Niccolo’ Ceriani (Il Principe Yamadori); Rossella
Locatelli (Kate Pinkerton) e Enrico Di Geronimo (Il Commissario
Imperiale).
I bei costumi, con prevalenza di rosso, sono di Alessandro
Lai mentre le luci di Pasquale Mari.
Ricordiamo infine che questa tragedia giapponese in tre atti
dedicata alla regina d’Italia Elena di Montenegro e tratta dalla
tragedia Madame Butterfly di David Belasco, a sua volta tratta
dal racconto Madame Butterfly di John Luther Long, ha ormai
oltre cento anni di eta’ (la prima rappresentazione c’e’ stata
alla Scala di Milano il 17 febbraio 1904).