Arrugginiti da due anni di stop a causa del Covid, gli amanti dello sci che si apprestano a
scendere di nuovo in pista, non sono del tutto al sicuro da
cadute e infortuni: prima di lanciarsi occhio a preparazione
atletica e al controllo dell’attrezzatura per evitare traumi.
È questo in sintesi il consiglio di Ezio Adriani, Direttore
del Centro di Traumatologia dello Sport e Chirurgia del
Ginocchio. Fondazione Policlinico Gemelli, Universita’ Cattolica
di Roma, in vista della riapertura della stagione sciistica dopo
il lungo stop imposto dal Covid.
“La cosa piu’ importante dopo tanto tempo – spiega l’esperto
all’ANSA – e’ tornare in pista preparati, e’ due stagioni che non
sciamo, sono piu’ che mai fondamentali la preparazione atletica,
muscolare e tendinea e anche la preparazione neuromuscolare,
‘propriocettiva’, ovvero il nostro equilibrio, un aspetto
allenabile sia in palestra sia nei centri di fisioterapia”. Come
sempre per scendere sicuri occorre avere una buona potenza
muscolare ed adeguata elasticita’ tendinea e poi avere una
preparazione tecnica per governare bene il gesto atletico. Un
aspetto importante, inoltre, e’ adeguare le difficolta’ della
discesa alle proprie capacita’ tecniche; “si’ a qualche lezione di
sci prima di riprendere a sciare, per togliersi da dosso un po’
della ruggine causata da due stagioni di stop”, sottolinea
Adriani. Studi dimostrano che la preparazione atletica, con la
presciistica, corsi ad hoc o piu’ semplicemente esercizi come
fare le scale o gli squat riducono dal 28 al 40% il rischio di
traumi in pista.
Poi ci sono anche altre cautele che vanno prese, continua
l’esperto: “dobbiamo conoscere quello che andiamo a fare,
studiare i percorsi, la qualita’ della neve quando ci apprestiamo
ad affrontare una discesa”.
Questa stagione e’ anche importantissimo accertarci che le
attrezzature rimate due anni in cantina siano sicure, afferma il
traumatologo: controllare gli attacchi di sicurezza degli sci,
munirsi di scarponi adeguati e, se le attrezzature si
noleggiano, fare una scelta oculata di cosa prendiamo”.
Cruciali anche le protezioni, continua Adriani: “non
dimentichiamo che sciando si possono raggiungere 50 Km orari,
quindi indossare il casco a qualunque eta’ “.
Quando cadiamo uno dei traumi piu’ importanti sono le
commozioni cerebrali (le lesioni della testa rappresentano il
15% di tutti i traumi in pista). Sciare senza casco e’ come
andare in motorino senza casco, sottolinea.
Inoltre, sono utili anche le protezioni della schiena e del
polso, tipo quelle dei motociclisti, soprattutto per chi fa
snowboard. Nello sci e’ importante proteggere la mano: infatti,
una lesione molto comune e’ il pollice dello sciatore dovuto alla
racchetta da sci; meglio utilizzare bacchette con impugnatura
protetta, suggerisce il traumatologo. In pista i traumi piu’
comuni, spiega, riguardano il ginocchio (33% di tutti traumi),
in particolare la lesione del legamento crociato anteriore,
specie nelle donne, mentre le lesioni della spalla sono piu’
frequenti con lo snowboard rispetto allo sci (6%). In sintesi,
la maggior parte dei traumi interessa l’arto inferiore, l’altra
meta’ arto superiore e testa.
Due sono le categorie di sciatori piu’ a rischio: i giovani
che azzardano, con sci estremo e comportamenti al limite, e gli
over-50 che se cadono e’ piu’ facile che si facciano dei traumi o
fratture (ad esempio della gamba, specie le fratture da
fragilita’ ossea se lo sciatore e’ donna e ha ridotta consistenza
ossea).
Insomma, se seguiamo regole, consigli e buon senso, la
stagione sciistica si svolgera’ senza troppe sorprese, Covid
permettendo.