La gioia e le lacrime, la dedica alla citta’ e alla famiglia. Il primo scudetto della sua carriera in Italia e’ un misto di emozioni che giorno dopo giorno, nell’attesa del titolo, sono esplose dopo il punto a Udine che ha riportato lo scudetto a Napoli dopo 33 anni. “E’ per te Napoli – ha detto quasi gridando Luciano Spalletti dedicando il trionfo alla citta’ – la mia piu’ grande emozione e’ vedere i tifosi partenopei felici. Il problema era arrivare fin qui, loro riusciranno a superare certi momenti della loro vita pensando a questo momento. Queste persone hanno diritto a vivere questi momenti. Ora mi sento piu’ rilassato, ce l’ho fatta, la felicita’ finisce qui Le emozioni”. Poi facendo le dediche arrivano le lacrime, pensando al fratello morto nel 2019: “La dedica e’ per la mia famiglia, penso a mio fratello Marcello” ha aggiunto
mostrandosi visibilmente commosso. Uno Spalletti inedito, arrivato al trionfo del Napoli proprio
con una cura particolare, non maniacale ne’ asfissiante, ma
un’attenzione metodica al lavoro di gruppo, quel gruppo
prioritario rispetto alle individualita’ , pronto a dare a tutti
un’occasione di ribalta. Kvara e Osimhen sono i protagonisti
assoluti ma una vetrina, con applausi e complimenti dal tecnico,
l’hanno avuta Zerbin, Gaetano, Zedadka, Gollini, esaltato per
esempio dal suo tecnico quando con l’Atalanta con una parata
strepitosa ha salvato la squadra facendosi trovare pronto dopo
un’indisposizione di Meret.
“Noi qui abbiamo una possibilita’ di fare delle vittorie per
scrivere il nostro nome nella storia della squadra. Mi
piacerebbe una squadra di scugnizzi che credano nel proprio
talento e lo mettano in pratica con qualsiasi avversario”.
Riavvolgendo il nastro della storia, nel luglio del 2021 Luciano
Spalletti inizio’ con queste frasi la sua avventura sulla
panchina del Napoli, tracciando un percorso che ha saputo
insieme al club portare avanti fino al trionfo di oggi, il terzo
pezzo di storia del club azzurro.
Il pezzo piu’ importante della sua carriera, di un tecnico nato
nella localita’ del turismo chic Certaldo – oltre che luogo di
nascita di Boccaccio -, appassionato del calcio e della
psicologia per formare una vera squadra, ma che in Italia non
aveva finora mai vinto lo scudetto anche allenando squadre di
vertice come la Roma (dove fu memorabile il suo scontro con
Francesco Totti, che ora sembra in via di ricomposizione) e
l’Inter (li’ forte il contrasto con Mauro Icardi). E’ stato piu’
profeta all’estero che in Italia, capace di vincere due
campionati, una Supercoppa e una Coppa nella gelida San
Pietroburgo alla guida dello Zenit.
Ma ora e’ profeta a Napoli, immortalato, insieme ai giocatori,
negli striscioni azzurri che avvolgono la citta’ . Oggi a 64 anni
la conquista dello scudetto nella citta’ che piu’ lo ama: “Mi
hanno ricordato – spiega – che non ho mai vinto in Italia. Se il
non compiuto da altre parti e’ valso per poter vivere questo con
il Napoli sono contento che sia stato cosi’ “. Ora e’ pronto con la
squadra a godersi la lunga festa, la bella vittoria record del
Napoli e a sentire dentro la vera gioia di una citta’ della quale
quando arrivo’ disse: “Napoli e’ un contesto stimolante sotto ogni
punto di vista. Non vedo l’ora di conoscerla bene”. In due anni
l’ha conosciuta dall’albergo panoramico sul golfo in centro,
dove ha vissuto la quotidianita’ , ma anche partecipando a
iniziative in particolare con le associazioni che si occupano
dell’infanzia, a cui in questi due anni ha sempre guardato con
gli occhi dell’affetto. Ultime sue iniziative, lontane da occhi
indiscreti, a Pompei in un centro dove ci si occupa di bambini
abbandonati. La sua costruzione del Napoli scudetto l’ha fatta a
Castel Volturno, trasformando Osimhen da giocatore anarchico a
campione, valorizzando al meglio Kvaratskhelia e Kim, i due
talenti scovati dal ds Giuntoli, sconosciuti ai piu’ , come le
loro nazioni di provenienza, la Georgia e la Corea del Sud, e
unendo la squadra al massimo. Ha portato le sue idee da San Siro
allo stadio di San Pietroburgo, dall’Olimpico e ora al Maradona
le ha elevate al top, vincendo a Napoli.