Il turismo della Terza età è in forte crescita: nel 2030 in Europa vi saranno 140 milioni di turisti dei 42 milioni attuali

Nei giorni scorsi a Viterbo si è svolto un workshop, al quale hanno partecipato 20 Buyer e 50 Seller, è stato ideato per promuovere e commercializzare il prodotto turistico “Tuscia”, che comprende parte della bassa Toscana, la provincia di Viterbo nonché parte della provincia di Roma. Vincenzo Peparello, da sempre impegnato per la valorizzazione dei borghi laziali, è stato l’artefice anche di questa valida iniziativa voluta da Cat Confesercenti Viterbo e Fipac Confesercenti. «Abbiamo voluto focalizzare l’interesse degli operatori su un prodotto specifico – ha dichiarato Vincenzo Peparello, responsabile di VisiTuscia – così come abbiamo fatto a partire dal 2015, quando in occasione dell’Expo, dedicammo ogni attenzione al prodotto agro-alimentare e, negli anni successivi, ai Cammini (2016), ai Borghi (2017) e al Cibo (2018), quest’anno abbiamo pensato al Turismo Lento o “Turismo slow” ovvero a quel turismo che promuove la qualità e l’esperienza contrapponendosi al turismo di massa, veloce e di consumo che poco valorizza le tipicità dei luoghi».
Il 2019 è stato dichiarato l’Anno del Turismo Lento. Si tratta di un turismo esperienziale che permette ai turisti di vivere insieme agli abitanti del posto i luoghi che visitano, conoscere i prodotti enogastronomici e artigianali, la natura e i monumenti dei centri storici. Oggi i turisti sono sempre di più propensi a viaggiare nel rispetto dell’ambiente, sono molto attenti nella scelta delle modalità e in particolare dei tempi, dei modi, dei luoghi, delle destinazioni, delle strutture dell’ospitalità nonché dei mezzi di trasporto. «Vista la particolarità del segmento e l’accordo siglato con la Fipac Confesercenti, – ha dichiarato il Presidente Fipac, Sergio Ferrari – al workshop quest’anno sono stati invitati operatori che commercializzano questo prodotto ed altri che ben si inseriscono nella filosofia di “VisiTuscia un club di prodotto” quali città d’arte, cultura, ambiente, enogastronomia, sport e terme. Nel corso dell’incontro sono stati presentati alcuni pacchetti turistici predisposti da alcuni operatori locali». Nella sala affrescata del comune di Tarquinia, il Vicesindaco Luigi Serafini, ha illustrato il piano per l’incremento turistico della cittadina: «mettere in rete i comuni consente di garantire un’offerta turistica maggiore. Essendo io tarquiniese ed Etrusco nell’animo vi racconto un sogno che avevo da bambino. Ricordo che, quando per la prima volta sono andato in gita scolastica a Pompei, ho pensato: ma perché qui è tutto scoperto e si può girare liberamente per le antiche strade di Pompei e nella Tarquinia antica invece non è possibile farlo? Pompei ha avuto la sventura/fortuna del Vesuvio, Tarquinia ha avuto la sventura dei Romani che hanno raso al suolo il paese e quindi è rimasto poco della Tarquinia antica, ma fino ad un certo punto perché vi sono circa 6 chilometri di mura circondariali, strade e 12 porte. Tarquinia etrusca era tre volte più grande di quella attuale: un paese di circa 60 mila abitanti. L’Università di Milano sta eseguendo con difficoltà ulteriori scavi». Dal 2012 è in corso un piano di interventi sull’insediamento etrusco racchiuso sul Pianoro della Civita che dal 2004 stanno proseguendo sotto la guida della Dott.ssa Giovanna Bagnasco Gianni. «Il sogno – continua Luigi Serafini – sarebbe quello di fare uno scavo definitivo della civiltà etrusca e portare a Tarquinia le università di tutto il mondo. Sono stati già qui Canadesi, Americani e Giapponesi. Creare una rete mondiale delle università sarebbe un volano turistico eccezionale non solo per Tarquinia ma per tutto il comprensorio».
Per tre giorni gli operatori intervenuti al workshop sono stati accompagnati in alcune visite guidate alla scoperta di quanto offre la Tuscia per il turismo lento: i siti archeologici degli Etruschi a Tarquinia; i luoghi sacri dell’enogastronomia come il Museo MUVIS di Castiglione in Teverina; la Chiesa del Miracolo Eucaristico; i laghi di Bolsena e di Vico; i monti Cimini; i borghi medievali; le riserve naturali come la Selva del Lamone, Monte Rufeno, Bracciano e Martignano; le ferrovie storiche e i treni d’epoca. Sulla bontà delle scelte degli organizzatori sono state presentate alcune indagini commissionate dalla Fipac Confesercenti dalle quali emerge che il segmento è in forte crescita e raggiungerà nel 2030 in Europa i 140 milioni di turisti rispetto ai poco meno di 42 milioni di qualche anno fa.
A cura di Harry di Prisco