Sui social con il volto da duro e il passamontagna calato sul volto, armi tra le mani, ma in strada gradassi solo in gruppo, con i coltelli in mano per aggredire e rapinare ragazzini spaventati. Questo il modus operandi della
baby gang che agiva in Brianza, scoperta da un’indagine dei carabinieri del comando provinciale di Monza, e che stamattina ha portato all’arresto di quattro minori, tutti residenti in zona Vimercate (Monza), in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale per i Minorenni di Milano. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, i ragazzini agivano sempre e solo in gruppo, sceglievano con cura adolescenti di eta’ compresa tra i 13 e i 15 anni, li accerchiavano, li minacciavano con i coltelli, e poi li costringevano a consegnare denaro e cellulari, avventandosi poi contro di loro con calci e pugni per assicurarsi fuga e silenzio. Secondo l’inchiesta coordinata dalla Procura dei Minori di Milano, i quattro malviventi in erba avrebbero messo a segno almeno dodici rapine aggravate dall’uso di armi, una tentata rapina aggravata, un furto aggravato e porto abusivo di armi, tutti reati commessi a Vimercate, Arcore e Concorezzo (Monza), tra gennaio e maggio 2019. I ragazzini vittime delle aggressioni, le cui denunce sono state presentate per tramite dei loro genitori, a lungo hanno
avuto paura di tornare ad uscire di casa da soli, scioccati per l’accaduto e terrorizzati all’idea di poter incontrare
nuovamente la baby gang per le strade della Brianza. Secondo quanto ricostruito dall’autorita’ giudiziaria, come per altri appartenenti a baby gang in Brianza, tra cui una particolarmente violenta smantellata nel centro storico di Monza qualche mese fa, i quattro minori arrestati avrebbero alle spalle contesti familiari problematici, con genitori gravati talvolta da precedenti penali, incapaci di terminare i percorsi scolastici e giornate trascorse senza fare assolutamente nulla. Sui loro profili social inoltre, i quattro amavano presentarsi pubblicando immagini e selfie che li ritraevano in atteggiamenti aggressivi, con armi da fuoco tra le mani (presumibilmente giocattolo) e passamontagna calati sul viso.