Il 9 luglio dalle ore 20 “Climax d’Aglianico” il nuovo appuntamento stuzzicante
Ad un mese dalla sua riapertura, dopo le note restrizioni dovute alla pandemia che ha colpito il mondo intero sena risparmiare neppure la perla del pianeta terra cioè l’isola di Capri, il noto Ristorante e bistrot caprese “Pane & Champagne” sito in Via Gradoni Sopramonte 6/9, a pochi passi dal centro di Capri e dalla sua rinomata piazzetta, è tornato al successo di sempre. E’ parere di tanti che visitare o soggiornare a Capri, dove tutto è bello, affascinante e suggestivo, senza provare le leccornie di Pane & Champagne che lo chef Mario Cavallaro traduce in esaltazioni di bellezza rappresentativa dei piatti unita a profumi, sentori e sapori percepiti dal palato, che terminano nel gusto che si prova assaporandoli, non può mancare come ricordo indimenticabile dell’aver toccato sia pure per un giorno la terra più bella del mondo. In questo splendido locale dell’isola azzurra, tutto comincia dall’ingresso dove l’accoglienza è innata nella direttrice della struttura Melita De Cesare, che non si limita solo a ricevere l’avventore nella forma più apprezzabile, ma dedica a questo tutta la propria esperienza e professionalità, per rendere il momento che il cliente passa in questo ristorante, un tempo di assoluta spensieratezza dove immergersi nel gusto è un tutt’uno di relax, più del sentirsi a casa propria, perché coccolati in ogni esigenza espressa. Nell’uscire tanto soddisfatto, come ci hanno detto i tantissimi clienti che hanno visitato Pane & Champagne, non manca altro che passare per la piazzetta o magari fare una passeggiata per completare la favola avveratasi di essere stati a Capri, quell’isola dei Faraglioni che, con il suo mare, i suoi colori, i suoi profumi e la sua vitalità espressa in tante forme, ti lascia il ricordo indelebile di un sogno avveratosi. Sono, inoltre, tante le iniziative che la De Cesare propone periodicamente per suscitare interesse e vivacità d’impresa nel ristorante che dirige. Il prossimo evento del genere prende titolo “Climax d’Aglianico” ed è programmato per venerdì 9 luglio, alle ore 20:00, quando Mario Sqillante sommelier del ristorante, a coloro che prenoteranno chiamando il numero telefonico 081 18514161, permetterà di provare suggestioni, sensazioni ed emozioni degustando il vino Aglianico una delle nostre DOCG che rendono il territorio campano prestigioso nella panoramica della classifica italiana delle Denominazioni di Origine Controllate e Garantite, relativamente al prodotto vinicolo nazionale. Una serata molto impegnativa per Squillante, perché parteciperà anche la proprietà del ristorante, ma per questo professionista del buon bere, certamente non costituirà un problema, ansi sarà felice ed orgoglioso di coinvolgere tutti per dimostrare la sua sapienza nel vino, con il suo scibile incamerato con i corsi Ais seguiti. Ad affiancare l’esperto di vini del ristorante che è anche il maître della struttura, ci sarà Vincenzo Paldo, sommelier Fisar, quale referente della storica cantina Paterno, di Paternopoli, che vanta le sue origini dalla fine del ‘700. Paldo, coinvolgerà gli ospiti spiegando loro l’abbinamento delle varie evoluzioni dell’Aglianico e l’abbinamento ai piatti che verranno serviti. Si partirà dai terreni, dall’uvaggio, per continuare con la coltivazione, il raccolto delle uve, la vinificazione delle stesse, l’invecchiamento e proseguire giungendo all’imbottigliamento con la conservazione sino allo stappare una bottiglia che può rappresentare un lavoro certosino, sviluppato in un territorio unico per condizioni di terra e microclima che permette di dare origine a quel vino introvabile, come identico, in nessun’altra parte del mondo. Sarà arte di Paldo, il fare notare i mutamenti che un vino ha nella stessa annata, trasmettendo la stessa declinazione di uva e come cambia in virtù di tempi di maturazione e passaggi in legno. Questo perché i nostri vini di eccellenza, se veramente prodotti con le caratteristiche anzidette, sono unici ed irripetibili, infatti un buon enologo può anche studiare il gusto di questi vini di originale produzione, ma certamente anche con le stesse uve impiantate in zone e località diverse produrrà vino buono però non un Aglianico DOCG dell’Irpinia.
A cura di Giuseppe De Girolamo