L’aborto, in una societa’ civile, articolata, complessa, si puo’ solo tollerare. Con le lacrime agli occhi e la morte nel cuore. Cercando di arrivare quanto prima a eliminarlo dalla societa’. Rimanendo fermi sul valore immenso della vita nascente e della esatta informazione”. E con queste parole, tratte da lungo articolo diffuso su Facebook, che don Maurizio Patriciello, parroco anti roghi della Terra dei Fuochi, interviene nella vicenda della partecipazione di decine
di studenti di istituti superiori casertani alla marcia per la vita tenutasi sabato scorso a Caserta, che ha provocato
l’indignazione delle associazioni che difendono i diritti degli omosessuali e degli atei e alzato un polverone tanto da spingere il Miur ad inviare gli ispettori in una delle scuole (il Foscolo di Teano-Sparanise) coinvolte. Don Maurizio, parroco di Caivano (Napoli) e prete simbolo della lotta contro il degrado ambientale, sabato era alla marcia
dove ha parlato al cospetto di studenti e docenti. Il titolo dell’articolo, alludendo alle polemiche di questi giorni, e’ “A
chi fa paura una marcia per la vita?” “Nessun ragazzo e’ stato costretto – scrive don Patriciello – ma e’ venuto liberamente e con l’autorizzazione dei genitori. Chi ha paura di dire ai giovani – si domanda il prete – che prima di vedere il sole essi erano gia’ vivi nel grembo della mamma? Questa elementare verita’ non e’ dogma di fede ma evidenza scientifica. Lo diciamo con dolore: il grembo materno e’ diventato il posto piu’ pericoloso al mondo. L’ unico luogo dove al condannato non viene data nemmeno una pallida parvenza di difesa d’ ufficio. So bene che il
diritto alla vita nascente confligge con altri diritti considerati inalienabili. Capisco i problemi che nascono in chi il figlio non lo aveva preventivato. Capisco il dramma di chi attende un figlio non sano. I drammi e i problemi pero’ non
potranno mai rendere lecito l’illecito. Non si puo’ chiedere a un giovane di non maltrattare un gattino e poi far finta di non sapere che il frutto di un aborto e’ un essere umano cui e’ stato negato il diritto alla vita. I giovani chiedono chiarezza. La verita’ ci fara’ liberi