Lo struscio della domenica in corso Matteotti e’ finito. Si spengono le luci dei (pochi) negozi
aperti, mentre gli altoparlanti continuano a rimandare a loop la
sigla ‘Perche’ Sanremo e’ Sanremo’ e le canzoni dei festival
passati. La certezza e’ la scritta nera su sfondo rosa sulla
facciata dell’Ariston: 71/o Festival della canzone italiana, 2-6
marzo 2021. Per il resto, la citta’ e’ quasi il fantasma di se
stessa. Niente red carpet all’ingresso del teatro. Via le
transenne per tenere a bada la folla scomposta di curiosi,
turisti, fan, improbabili sosia, appassionati del vip watching
di cui non c’e’ traccia, anche per i rigidi divieti di sosta,
pedoni compresi, disposti dal Comune contro il rischio di
assembramenti. Nessuna traccia dei tanti camion di tv e radio
che affollavano le strade adiacenti, ne’ dei palchi per gli
eventi esterni. Spariti anche i cartonati a grandezza naturale
di artisti e cast, di solito gettonati per i selfie ricordo, la
statua di Mike Bongiorno, in via Escoffier, lancia il suo
‘allegria’ tra le poche persone rimaste a calcare la ‘walk of
fame’, le targhe-ricordo con i nomi dei vincitori che si snodano
lungo la via dello shopping.
Sanremo aspetta cosi’ che si accendano i riflettori sul palco.
Il Covid morde, la zona arancione rinforzata voluta dalle
Autorita’ da qui a Ventimiglia, al confine con la Francia, per
limitare la circolazione del virus dalla Costa Azzurra dove
impazza la variante inglese, ha pesato sulle aspettative di
ripresa della citta’ dei fiori che, come tante altre localita’
turistiche, sta pagando il prezzo della pandemia. Da domani la
Liguria torna in giallo e i ristoranti, almeno qui, sperano di
riaprire a pranzo, anche se si sono attrezzati per il servizio
mensa per addetti ai lavori e inviati.
In questo contesto, il festival resta comunque un’ancora di
salvezza per l’economia cittadina: “E’ una boccata di ossigeno –
spiega Silvio Di Michele, presidente di Federalberghi Sanremo –
dopo un anno in cui ci siamo visti chiudere la porta in faccia
al turismo a Natale, a Capodanno e in tutta la stagione
invernale. Certo, le strutture ricettive collocate in centro
bene o male sono al completo, ma tutto il resto dell’indotto e’
in sofferenza. I ristoranti si sono salvati in calcio d’angolo
grazie alle convenzioni con gli alberghi”. In ogni caso,
“piuttosto che non fare il festival, e’ sempre meglio avere a
disposizione questa vetrina internazionale”. Piu’ che mai dopo un
2020 in cui “le presenze negli hotel sono calate in media del 50
per cento, e se calcoliamo da fine febbraio 2021 a un anno fa il
dato e’ ancora piu’ negativo. In questo periodo il fatturato e’
sceso del 60-70 per cento, perche’ anche nella bella stagione e’
mancato tutto il turismo straniero”. Ben venga, dunque, l’idea
di una manifestazione musicale estiva per dare respiro alla
citta’ , di cui si e’ parlato nei giorni scorsi con la Rai e con
Amadeus: “Se e’ organizzata in modo importante – dice Di Michele
– puo’ essere sicuramente positiva, per tutta la provincia”.
Anche perche’ con l’ultima stretta disposta dal governo, “ci
siamo giocati anche la Pasqua. Con il divieto di spostamento fra
le Regioni, viene meno per noi tutto il bacino di utenza del
Nord Est, ma anche l’Emilia, la Toscana, il Lazio. Per non
parlare dell’estero”.
Anche Christian Feliciotto, presidente provinciale di
Federturismo, e’ convinto che, “piuttosto che cancellarlo
nell’anno della pandemia, sia un segnale forte aver realizzato
il festival, nonostante il minore indotto sul territorio. La
citta’ avra’ capacita’ sufficiente ad accogliere gli addetti ai
lavori, mancheranno le ricadute nei centri limitrofi. E sul
fatturato pesera’ l’assenza delle persone che venivano per
diporto, con una maggiore disposizione alla spesa, dal Casino’
all’enogastronomia”. La citta’ dovra’ rinunciare ancora ai turisti
stranieri, che “da maggio a settembre in tempo pre Covid
assicuravano una platea molto variegata di russi, scandinavi,
nord europei, francesi. D’estate abbiamo recuperato con i
mercati di prossimita’ : il calo, in media del 50% sull’anno, e’
sceso al 40% a luglio, al 10% ad agosto. Speriamo che il piano
vaccini vada avanti, per consentirci un lento, ma graduale
ritorno ai nostri standard”.