La musica “come strumento di pace”, lingua universale che “può aiutare la convivenza dei popoli”, e il sogno di “vedere chi si è odiato stringersi la mano, abbracciarsi e dire con la vita, la musica e il canto: la pace è possibile”. La potenza del videomessaggio di papa Francesco consegna alla storia il festival di Sanremo 2025. Sul palco dell’Ariston ci sono Noa e Mira Awad, pronte a intrecciare le loro voci israeliana e palestinese sulle note di Imagine di John Lennon: “Con la speranza che questo inno arrivasse in tutto il mondo, ho voluto mettere al corrente una persona che è nel cuore di tutti noi, che grida a tutto il mondo per chiedere la pace”, dice emozionato Carlo Conti introducendo le parole del pontefice. “Penso ai tanti bambini che non possono cantare, non possono cantare la vita, e piangono e soffrono per le tante ingiustizie del mondo, per le tante guerre, le situazioni di conflitto. Le guerre distruggono i bambini. Non dimentichiamo mai che la guerra è sempre una sconfitta”, sospira Francesco, invocando “un mondo più giusto e fraterno”. Parole di forte impatto – accolte con “grandissima riconoscenza” dai vertici dell’azienda – che spazzano via il dibattito su un festival intimista, tutto microcosmo e poca attualità. Un momento alto di riflessione incastonato in una serata dal ritmo serratissimo, che regala al pubblico anche la travolgente performance di Jovanotti: per le strade, al porto, sui balconi, i tamburi di Rockin’1000 accompagnano sulle note dell’Ombelico del Mondo l’artista, che si abbatte come un ciclone
sul festival, entra in teatro accompagnato da 10 ballerini di
Bollywood, poi con Il più grande spettacolo dopo il Big Bang è
già in platea, abbracciato dal pubblico impazzito. Tutto d’oro
vestito, canta un medley su I love you baby, Fuorionda, A te.
Racconta l’emozione del ‘corpo nuovo’ dopo l’incidente di Santo
Domingo e l’operazione (“sono un po’ bionico, titanico e anche un
po’ fotonico e soprattutto felice di essere qua”), poi legge un
testo di Fausto Bolelli sulla bellezza di essere imperfettamente
se stessi. Lo affianca Gianmarco Tamberi, il campione olimpico di
salto in alto, che dopo i mesi “molto duri” di Parigi ha deciso
di rimettersi in gioco: “Ci vediamo a Los Angeles 2028”,
annuncia.
Il festival corale di Conti si apre con l’omaggio a Ezio Bosso
e con qualche problema di audio: “Ricordatevi che la musica come
la vita si può fare in un solo modo: insieme”, le parole del
musicista che pronunciò proprio qui, nel 2016. “Buonasera,
benvenuti e ben arrivati all’edizione 75 del festival di Sanremo.
I Conti tornano e sono tornato”, esordisce emozionato il
direttore artistico. Occhi lucidi anche per Gerry Scotti, al
debutto assoluto all’Ariston, che per l’occasione sfoggia la
cravatta: “Nonostante io abbia sempre vissuto all’insegna della
semplicità, mi avete fatto sentire importante”. E piange
Antonella Clerici quando con i due compagni di viaggio ricorda
l’amico Fabrizio Frizzi, “che è qui con noi”. La conduttrice,
dopo i mega abiti vaporosi con cui ha stupito al festival,
stasera punta su luminosità e trasparenze.
Si balla subito sulle sonorità di Chiara, Chiamo Io Chiami tu,
canta. “Qualcuno chiamerà”, chiosa Conti con un sorriso. “Sempre
la solita emozione!”, urla Gabbani che convince con la sua Viva
la Vita. Con la sua lunga lista di autori (“tutto il condominio”,
scherza Scotti”) e il petto nudo, Rkomi propone Il Ritmo delle
Cose, Noemi scende le scale con l’aiuto di Conti e intona Se
t’innamori muori, Irama canta Lentamente e Scotti prende in
prestito il mantello: “Questo è della mia misura, pesa 240
chili”. I Coma_Cose si candidano al tormentone al ritmo di
Cuoricini e simulano un cuore tenendosi per mano.
La prima standing ovation della serata è per Simone
Cristicchi, che toglie il fiato con Quando sarai piccola,
dedicata alla madre malata, fra abbracci da non sprecare, sguardi
pieni di silenzio e la fatica di doverlo accettare. Si cambia
registro con Marcella Bella, che all’Ariston vuole portare un
messaggio di empowerment femminile con Pelle di diamante. Alla
quarta volta in gara, l’ex provocatore Achille Lauro, frac di
velluto nero, camicia bianca e spilla di brillanti sul bavero,
emoziona con Incoscienti Giovani. Giorgia manda l’Ariston in
visibilio con La cura per me. Completo candido, guanti di pelle
rossi, Tony Effe canta Damme Na Mano con l’inquadratura in bianco
e nero. Sul palco sfilano tutti e 29 i Big, sottoposti al
giudizio della sala stampa, mentre in piazza Colombo si balla con
Raf, sulle sonorità anni ’80 di Self Control.
Il Sanremo dei look, un’altra classifica Lady Oscar e Nosferatu, il grunge che
ritorna come i guanti da uomo dell’Ottocento e poi il torso nudo
maschile che fa da contraltare a donne in lungo senza pelle in
vista. Travestimenti, fumetti, echi cinematografici nei look di
Sanremo alla prima serata del festival commentati sui social
quasi come le canzoni.
ACHILLE LAURO: Conte Dracula, Nosferatu, Rodolfo Valentino o il
maggiordomo dei gialli di Agatha Christie, in tutti i casi è lui
che lascia il segno, romantico e dannato spacca anche con il
tight nero e i guanti bianchi.
ELODIE: argento satinato senza spacchi e massima eleganza con
abito sirena con le spalline, una dea.
TONY EFFE: il trapper in abito bianco e guanti di pelle si
traveste da uomo d’onore e omaggia Califano.
JOVANOTTI: Al suo ritorno dopo il tragico incidente di Santo
Domingo gli si vuole bene all’eterno ragazzo anche se si presenta
da Ferrero Rocher in oro satinato dalle scarpe alla camicia.
COMA_COSE: ad ogni festival il look studiatissimo della coppia si
fa notare: questa volta il neoromantico vira sul grunge con
California in pizzo beige e Fausto Lama in trendissimo vinaccia.
IRAMA: Lady Oscar è tra noi, con quel cappotto pesante e gli
alamari che svolazzano. Ma sotto? Muscoli (e tatuaggi) a vista.
GIORGIA: A lei basta la voce, The Queen potrebbe venire anche in
pigiama, invece era elegante in lungo minimal nero.
NOEMI: In lungo nero da sirena con il guizzo da flamenco e il
velo bianco con lo strascico come una sposa all’altare
dell’Ariston.
GAIA: tuta Gold trasparente, ispirazione Bianca Censori, è stata
l’avvio sexy del festival.
MASSIMO RANIERI: sceglie giacca bianca profilata di nero e
pantaloni scuri, uno spezzato d’antan, del resto…
SERENA BRANCALE: ritmi dance e look adeguato corpetto rosso
corto, pancia di fuori e spacco.
ANTONELLA CLERICI: Prima argento poi oro, la sua cifra è
l’esagerazione, a prescindere.
MARCELLA BELLA: in quota Bertè sfoggia capelli più ricci di
sempre evocando Donna Summer e tuta nera che fa sempre energia.