Sono pronti a dimettersi i direttori delle circa 80 scuole di specializzazione di area sanitaria del Sistema Universitario Campano in seguito alla proposta di istituire un doppio canale nella formazione medica specialistica attualmente in discussione nell’ambito del disegno di legge sul cosiddetto Patto per la Salute
La protesta – si legge in una nota – nasce dalla valutazione che il DdL rappresenti una ‘diminutio’ della
professione medica ed in particolare di quella del medico dipendente del sistena sanitario. In sintesi, il provvedimento va a configurare un nuovo ruolo di medico subalterno e non dirigenziale contrattualizzato nell’ambito del comparto sanitario, con evidenti implicazioni sul piano economico e normativa Non e’ un caso che giovani medici vedano in tale proposta un pericolo per il loro futuro e un tentativo sia di svilire la loro formazione sia di rendere dequalificante il loro lavoro”.
afferma il presidente della Scuola di Medicina della Federico II, Luigi Califano. ”Cio’ anche in considerazione del fatto che tale ruolo a tempo indeterminato verra’ finanziato con la
soppressione di ruoli di dirigente medico”. ”E’ un ritorno al
passato. Un grave danno per la classe medica. Noi docenti
dovremmo essere piu’ garanti della qualita’ delle
specializzazion”, ha detto Maria Triassi, direttore del
Dipartimento di Medicina Preventiva. A conferma di questa
preoccupazione Nicola Ferrara, coordinatore delle Scuole di
Specializzazione dell’Ateneo Federiciano, sottolinea che gli
attuali specializzandi (o gli specialisti ancora precari)
avranno di fronte solo una prospettiva di disoccupazione.
Considerazione condivisa anche da Silvestro Canonico, presidente
della Scuola di Medicina e Chirurgia della Seconda Universita’ di
Napoli, in quanto ”le risorse disponibili saranno impiegate
nella assunzione di questa nuova figura di medico con sacrificio
di ruoli anche per i laureati nelle professioni sanitarie”.
Mario Capunzo, direttore del Dipartimento di Medicina e
Chirurgia dell’Universita’ di Salerno, esprime preoccupazione
rispetto alla qualita’ della formazione medica pre e post-laurea
”gia’ fortemente compromessa dall’esorbitante aumento del
numero di iscritti al corso di laurea in medicina rispetto alle
capacita’ formalmente dichiarate di sostenibilita’ da parte delle
strutture