Le Scuole di medicina di Napoli indicono uno stato di agitazione e un’assemblea pubblica per
lunedi’ 9 marzo per protestare contro la proposta di istituire un doppio canale nella formazione medica specialistica. La proposta e’ in discussione nell’ambito del Ddl Delega ex art.22 del Patto
per la salute. L’assemblea si svolgera’ all’aula nord, edificio 19 della Scuola di medicina della Federico II e sono invitati a partecipare – si legge in una nota – tutti i docenti, gli
studenti e gli specializzandi.
Contro la proposta in discussione, inoltre, i direttori delle
circa ottanta scuole di specializzazione di area sanitaria del
Sistema universitario campano si dicono “pronti a dimettersi”.
La categoria ritiene che il Ddl rappresenti una “diminutio”
della professione medica e, in particolare, del medico
dipendente del SSR. Il provvedimento – spiegano in una nota –
“va a configurare un nuovo ruolo di medico subalterno e non
dirigenziale, contrattualizzato nell’ambito del comparto
sanitario, con evidenti implicazioni sul piano economico e
normativo”. “Non e’ un caso – afferma il presidente della Scuola
di medicina della Federico II, Luigi Califano – che giovani
medici vedano nella proposta un pericolo per il loro futuro e un
tentativo sia di svilire la loro formazione sia di rendere
dequalificante il loro lavoro anche in considerazione del fatto
che – aggiunge – tale ruolo a tempo indeterminato verra’
finanziato con la soppressione di ruoli di dirigente medico”.
Secondo Maria Triassi direttore del Dipartimento di Medicina
preventiva, il testo al vaglio e’ “un ritorno al passato, un
grave danno per la classe medica. Noi docenti – prosegue –
dovremmo essere piu’ garanti della qualita’ delle
specializzazioni”. Posizioni condivise anche da Nicola Ferrara
coordinatore delle Scuole di specializzazione dell’Ateneo
federiciano secondo cui “sia gli attuali specializzandi sia gli
specialisti ancora precari avranno di fronte solo una
prospettiva di disoccupazione”, tesi sposata anche da Silvestro
Canonico, Presidente della Scuola di medicina e chirurgia della
Seconda Universita’ di Napoli perche’, con questa proposta, “le
risorse disponibili saranno impiegate per l’assunzione di questa
nuova figura di medico con il sacrificio di ruoli anche per i
laureati nelle professioni sanitarie”. (ANSA).