II commissario: farò partire il sistema di accesso al pronto soccorso, libererò il parcheggio dagli abusivi e rimetterò in funzione la Tac
“Rilancio il San Giovanni Bosco in 30 giorni II commissario: farò partire il sistema di accesso al pronto soccorso, libererò il parcheggio dagli abusivi e rimetterò in funzione  il primo obiettivo. «In trenta giorni apriremo il triage del San Giovanni Bosco, me l’ha chiesto il presidente De Luca senza se e senza ma». Parola di Ciro Verdoliva, il neo commissario dell’AsI Napoli 1. Far funzionare il pronto soccorso con i codici per l’urgenza. E non solo. «Ci riappropriamo subito del parcheggio di quell’ospedale, ancora in mano agli abusivi», continua Verdoliva. «Ci saranno le nostre guardie armate – assicura il commissario – per consentire la sosta gratuita, ho già allertato le forze dell’ordine. Il San Giovanni in questa azienda è il simbolo negativo da abbattere». Verdoliva convoca i giornalisti e detta il nuovo corso: «Da 7 mesi non funziona la Tac al San Giovanni perché manca un tubo radiogeno. Assurdo. Ho alzato il telefono personalmente, lunedì arriva il tubo. Qui manca l’organizzazione, ognuno deve sapere cosa fare». È il disordine il male dell’AsI 1 individuato dal neo commissario. «Non è possibile che tutto debba passare per un solo ufficio, il provveditorato. Basta, si creava un imbuto. Ho ridistribuito le competenze». La conclusione è netta: «C’è una situazione disastrata, ma sono venuto per costruire». Caschetto giallo sulla scrivania, il portafortuna ereditato dall’esperienza di commissario all’Ospedale del Mare. Prima riunione alle 7,30: «Ho trovato orari che non appartengono al mio stile, si cambia». Le formiche al San Giovanni, che tanto hanno contribuito alla revoca dell’ex direttore Mario Forlenza, per Verdoliva non «vengono mori per caso: c’è una regia. Vi rivelo che girava anche la foto di un escremento da piazzare nel pronto soccorso. Stavano preparando la cacca al San Giovanni, questo significa sfregiare l’ente». Ma Verdoliva deve fare i conti soprattutto coi numeri che fotografano le prestazioni dell’AsI. Si chiamano Lea, livelli essenziale di assistenza. La Regione ha raggiunto quota 163, una soglia che ha ringalluzzito il governatore De Luca al punto da annunciare una diffida al ministero se non metterà fine al commissariamento della sanità. Ma resta la zavorra dell’AsI 1 che è ferma a 140,9, più di 22 punti in meno, nonostante un miglioramento di 7,6 rispetto al 2017. Ecco i buchi neri nella più grande azienda sanitaria d’Europa: la percentuale di pazienti con frattura al femore operati entro due giorni dovrebbe essere superiore al 60 per cento, alla Napoli 1 è al 31,5. L’obiettivo per i parti cesarei sarebbe inferiore al 25 per cento, all’Asl 1 sono al 46,6. Le persone che hanno effettuato la prevenzione per il colon retto devono essere al 50 per cento, all’Asl 1 sono all’8. Per la mammella sono al 17,5 rispetto a un indicatore che è 60 per cento. Ancora al di sotto anche le percentuali dei vaccini. Tra i primi atti di Verdoliva la stretta sulle ambulanze private che sostano all’intemo degli ospedali lucrando spesso sulla sofferenza dei pazienti: stop a messaggi pubblicitari di ogni tipo per il trasporto infermi. Il neo commissario ha già perlustrato alcuni distretti sani tari e ospedali per capire lo stato dell’arte: «Ho trovato sale di attesa senza sapone, salviette e carta igienica. Così non va. I cittadini devono riacquistare fiducia nei nostri servizi». Verdoliva prova a trasferire all’Asl la mentalità dell’ingegnere