Fin dalla mattina il sangue nelle ampolle resta solido, preghiere fino a sera Sconcerto tra i pochi fedeli in duomo. Il cardinale, non significa chissà che San Gennaro stavolta non fa il miracolo Sepe nessuna paura di Vincenzo Esposito Alle 19.30 le ampolle con il sangue ancora solido del patrono sono state portate via e rimesse nella teca della sua cappella. Qualche timido applauso di incoraggiamento ma anche un brusio di parole spaventate scambiate sottovoce nel Duomo tra i circa duecento fedeli accorsi in chiesa, nonostante la pandemia, appena saputo del «fattaccio» e per invocare il santo durante l’ultimo tentativo della giornata, quello della messa delle 18.30. Paura, sgomento, ansia per quello che il 2020 ha portato e ora, ciliegina sulla torta, il mi racolo che San Gennaro non ha fatto. Ma il cardinale Sepe, amministratore della Chiesa napoletana in attesa che il vescovo designato da Papa Francesco prenda l’Arcidiocesi, ha voluto tranquillizzare tutti: «Vogliamo fare un atto di vera e profonda devozione al nostro Santo Gennaro – ha detto dal pulpito^- siamo uniti nel suo nome. È lui che ci aiuta a vivere, a testimoniare la fede, e anche se il sangue non si scioglie non significa chissà che cosa». Nonostante il carattere «laico» della celebrazione che in questa data di dicembre avviene solo in Cappella, Sepe, impegnato nel corso della giornata per la Conferenza episcopale della Campania, ha voluto comunque essere presente nel Duomo per l’ultima messa del giorno. «L’importante – ha aggiunto il cardinale – è che noi ci sentiamo vera- mente uniti, partecipi di questo evento cosi particolare. San Gennaro certamente dal cielo benedirà ciascuno di noi, le nostre famiglie e la nostra città». Ci ha provato Sepe a tranquillizzare i fedeli e i napoletani. Oggi ci sarà una nuova prova, ma comunque la data prefissata è andata persa. «Quando abbiamo preso la teca dalla cassaforte il sangue era solido e rimane assolutamente solido. Rivolgiamo la nostra preghiera a Dio perché dia forza e coraggio al nostro popolo per affrontare i momenti di questa pandemia che sta costringendo tutti a ripensare la propria vita e che sta causando molti problemi soprattutto ai più’ deboli e ai più’ fragili, e ai morti m solitudine che sono il dramma più grande