“Non ci sono le condizioni per la ripartenza. Il mondo della ristorazione italiana ancora si
interroga e vaga senza certezze. E la cassa integrazione per i
nostri dipendenti ancora non si e’ monetizzata. Il Dpcm e le
varie ordinanze regionali contenenti il protocollo delle regole
da seguire sono arrivati solo poche ore l’apertura prevista per
oggi 18 maggio”. E’ quanto lamenta, in una nota, l’Unione dei
ristoranti del Buon Ricordo (Urbr) che da 56 anni difende la
cucina della tradizione con l’obiettivo di sviluppare il
turismo enogastronomico.
Il 18 maggio, osserva, “la ristorazione italiana e’ invitata
ad riaprire di corsa, rischiando di non riuscire a essere pronta
dal punto di vista della sicurezza sanitaria,senza aver visto
monetizzarsi praticamente ancora nessun aiuto economico,
con pesanti dubbi legati al rinnovo delle 9 settimane di cassa
integrazione, con la scure della responsabilita’ penale sulla
testa e con norme regolamentari che, unite al clima negativo
diffuso, porteranno ad un calo di fatturato previsto attorno
all’80%”.
“Tutti quanti – continuano – vorremmo aprire ma sappiamo che
sara’ impossibile fare profitto. Noi siamo abituati a saldare
fornitori e dipendenti. Non possiamo rinnegare la nostra storia.
Il nostro appello – conclude l’associazione fra ristoratori che
rappresenta un centinaio di insegne, di cui una decina
all’estero – e’ rivolto quindi alle istituzioni: aprite
l’Italia.
Torniamo alla libera circolazione, al turismo.
Ci stiamo giocando l’intera ristorazione italiana”