Rinasce il “Vino della Pace”, prodotto con le uve di oltre 600 diversi vitigni provenienti dai cinque continenti e coltivati nella “Vigna del Mondo” a Cormons (Gorizia), da dove, ogni anno, dal 1985 al 2012, e’ stato inviato
ai potenti della terra e ai Capi di Stato di tutto il mondo “quale segno di pace e fratellanza fra i popoli”, impreziosito
dalle etichette disegnate da grandi artisti di fama internazionale. A riportare nelle bottiglie questo vino della Cantina
Produttori Cormons, che negli ultimi quattro anni, benche’ prodotto e’ rimasto chiuso nelle vasche in cantina, sara’ la vendemmia 2017 che, alla fine di settembre, potrebbe celebrare il ritorno, sulle colline del Collio, di un altro simbolo di pace e fratellanza. A raccogliere le uve nei due ettari della “Vigna del Mondo” che circondano la cantina di Cormons, infatti, potrebbero essere gli studenti del Collegio del Mondo Unito di
Duino (Trieste), proprio come e’ successo tante volte in passato.
“Questo – spiega il nuovo direttore della Cantina, Andrea Russo
– non e’ ancora sicuro, ma e’ assolutamente certo che il “Vino
della Pace” del 2017 tornera’ in bottiglia, con una veste nuova
rispetto al passato”.
Da definire anche le etichette della rinascita, per rinnovare
una tradizione che ha visto grandissimi artisti apporre la
propria firma sulle prestigiose bottiglie: dai tre maestri della
prima edizione, nel 1985 – Zoran Music, Arnaldo Pomodoro ed
Enrico Baj – fino ai nomi di una galleria che comprende Dietman,
Minguzzi, Fiume, Consagra, Celiberti, Manzu’, Sassu, Fini,
Vedova, Anderle, Rauschenberg, Corneille, Treccani, Nagasawa,
Tadini, Ceroli, e finanche Dario Fo e Yoko Ono