La terapia a base di plasma dei guariti per il trattamento dell’infezione Covid-19 e’ sotto i
riflettori e continua ad accendere grandi speranze in attesa dei
risultati delle sperimentazioni in corso anche in Italia. Il
ministero della Salute avverte che “non e’ ancora un trattamento
consolidato, perche’ non sono ancora disponibili evidenze
scientifiche robuste” ma, parallelamente, si pensa gia’ alla
messa a punto di un possibile farmaco basato sul plasma e
prodotto su scala industriale.
“L’orientamento del ministero sull’utilizzo del plasma –
chiarisce il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri – e’
andare avanti ma sempre sulla base delle evidenze scientifiche,
e a breve sono attesi primi risultati dalle sperimentazioni.
Bisognera’ investire su questa ricerca ed il Centro nazionale
sangue Cns e’ gia’ attivato”. Inoltre, “vedo una prospettiva
futura anche per i sieri iperimmuni, ma su questo entrera’ in
gioco anche l’Agenzia italiana del farmaco Aifa, perche’ non si
tratta di donazioni di sangue ma di farmaci”. Se i risultati
delle sperimentazioni saranno cioe’ positivi, ha spiegato, “e’
evidente che si puo’ pensare ad un uso piu’ su larga scala
mediante convenzioni con aziende che possano ottenere dei sieri,
ovvero farmaci”. E’, rileva, “un buon inizio e si spera di poter
avere cosi’ un’arma terapeutica in piu’ in attesa del vaccino”.
L’uso del plasma da convalescenti, sottolinea al contempo il
ministero della Salute, “e’ attualmente oggetto di studio in
diversi paesi del mondo, Italia compresa. Questo tipo di
trattamento non e’ da considerarsi al momento ancora consolidato
perche’ non sono ancora disponibili evidenze scientifiche robuste
sulla sua efficacia e sicurezza, che potranno essere fornite –
precisa – dai risultati dei protocolli sperimentali in corso”.
Anche il direttore generale del Cns, Giancarlo Liumbruno,
esprime “cautela in attesa delle evidenze scientifiche”,
ricordando che la rete trasfusionale gia’ da inizi marzo ha
iniziato a selezionare i volontari guariti da Covid per la
donazione del plasma da destinare agli studi sperimentali. Anche
per Liumbruno, questa puo’ essere una “opzione terapeutica
‘ponte’ in assenza di farmaci specifici o di un vaccino”. Strada
parallela, ha spiegato, “e’ quella di utilizzare il plasma dei
guariti per una produzione su scala industriale delle
immunoglobuline, ovvero degli anticorpi, al fine di mettere a
punto un farmaco. Ma questo dovra’ poi essere testato. Su questo
fronte – afferma – le aziende farmaceutiche si stanno
attrezzando”. Uno sviluppo interessante e possibile,
quest’ultimo, anche secondo il virologo Roberto Burioni che, sul
suo sito Medical Facts, sottolinea come “la tecnologia ci
consente di isolare i geni degli anticorpi dal plasma e produrne
in laboratorio una quantita’ illimitata. A questo punto avremmo
un siero artificiale che potrebbe essere prodotto in modo
illimitato e a costi molto inferiori rispetto a quelli necessari
per il plasma”.
Intanto, dopo quelle in corso a Mantova e Pavia di cui si
attendono a breve i risultati, nuove sperimentazioni con il
plasma verranno avviate anche all’Ospedale di Pisa e presso
l’Azienda sanitaria del Trentino. In corso test pure
all’ospedale di Crema. Da parte sua, il leader della Lega Matteo
Salvini ribadisce la propria posizione parlando di un
“assordante silenzio” in merito da parte del governo: “Perche’ di
fronte a una evidenza scientifica che ormai riguarda tanti casi
risolti positivamente con il plasma di chi e’ guarito dal
Covid-19 c’e’ un assordate silenzio da parte di tanti? Quanto
meno se fossi ministro della Salute o all’Istituto superiore di
sanita’ – afferma – mi porrei domande e farei approfondimenti”.