Proviamo sconcerto e avvilimento, perché mai avremmo potuto immaginare che l’offerta politica si riducesse allo spettacolo a cui stiamo assistendo. Da un lato il centrodestra alle prese con operazioni di alchimia politica, che attraverso vari equilibrismi ricompatta la maggioranza non si sa bene per rivendicare quali risultati conseguiti e in nome di quale progetto politico; dall’altro lato il centrosinistra, che dopo la vicenda di Ischia sembrava avesse toccato il fondo ma evidentemente ci si è abituati a scavare ben oltre il fondo”. Così all’AdnKronos Sergio D’Angelo, direttore della Gesco, consorzio di cooperative operanti nel terzo settore, ed ex assessore comunale alle politiche sociali, commenta la situazione politica in Campania in vista delle elezioni regionali.
“Un disastro sotto gli occhi di tutti – aggiunge – in questi anni è mancata la capacità di governare il territorio, le istituzioni e i processi di sviluppo della regione Campania, ma abbiamo sentito la mancanza anche di un’opposizione”. Secondo D’Angelo “il quadro appare assolutamente desolante e peraltro non conosciamo ancora le liste che proporranno ma c’è da temere il peggio: nella migliore delle ipotesi saranno liste piene zeppe di consiglieri regionali uscenti, assessori che hanno svolto un ruolo rispetto al quale hanno poco di che rivendicare. E non mi sentirei di escludere liste con la presenza di condannati, rinviati a giudizio, inquisiti e la cosa migliore che può accadere è che qualche inquisito possa preferire di candidare un parente”.
Quanto al Pd e alle polemiche sulla legge Severino, secondo D’Angelo “quello che verosimilmente accadrà è che De Luca, se e una volta eletto, venga sospeso. Il paradosso è che il Pd candida De Luca e sapendo che in tutta probabilita’ non sarà lui a governare ma un suo vice: sarebbe stato più onesto che indicassero da subito chi sarà il vice di De Luca che i cittadini sono chiamati a votare”.
Il risultato, secondo D’Angelo, è che “il primo esito di questa avvilente situazione sarà un aumento ulteriore del numero di cittadini che non si recheranno al voto: la distanza tra rappresentati e rappresentanti aumenta e molti cittadini campani da tempo hanno già deciso di non votare. Quelli che lo faranno corrono il rischio di doversi turare il naso”.
Fonte AdnKronos