I picchi più estremi, a tratti violenti, delle proteste e degli scioperi dei tassisti contro il governo che tarda a regolamentare la concorrenza, a loro dire sleale, di Uber sembrano passati, ma la situazione è ancora lontana dall’essere risolta.
taxsi-1Per chi non lo sapesse Uber è una società di trasporto privato che tramite un’applicazione per smartphone mette in contatto in maniera diretta passeggero e autista. A Napoli non è ancora arrivato, e in Italia per il momento ha funzionato, a sprazzi, solo a Milano e Roma. A sprazzi perché più volte il servizio è stato sospeso dai giudici. L’App nata negli Stati Uniti d’America offre due diverse tipologie di servizio: UberPop e UberBlack. Il primo è del tutto assimilabile al servizio offerto dai taxi, e dunque operando in assenza di una licenza egualmente valida si identifica come un tipo di concorrenza sleale. Per questo motivo in Italia è stato definitivamente bloccato. Non dovendo incorrere nell’ingente spesa dell’acquisto di una licenza, infatti, sarebbe facile offrire lo stesso servizio ad un prezzo più vantaggioso per il consumatore. La questione delle licenze taxsi-2dei taxi è però delicata, in quanto in teoria queste vengono distribuite in maniera gratuita dai Comuni con bandi pubblici; ma in quantità ridotte. Questo comporta una compravendita al rialzo di queste licenze (a Napoli si compra a circa 150mila euro, a Roma e Milano si arriva fino a 200mila) anche se in teoria le stesse dovrebbero essere restituite al Comune da chi non ne fa più utilizzo e tuttalpiù il passaggio di proprietà dovrebbe consistere in un semplice cambio di nominativo; ma quando questa licenza non è tramandata di padre in figlio, viene considerata da chi l’ha acquistata a tutti gli effetti un bene che è venduto con un passaggio di proprietà; le parti raggiungono un accordo economico convalidato dal versamento della dovuta quota di tasse sul prezzo di compravendita.
Per quanto riguarda UberBlack la situazione invece è diversa, perché il servizio si identifica come un NCC, noleggio con conducente, e dunque i tipi di licenze necessarie sono diverse e più economiche. Qui il servizio, confrontato con quello offerto dai taxi risulta più caro: questo è dovuto al fatto che i conducenti di UberBlack sono autisti taxsi-3professionisti dotati di propria automobile, spesso lussuosa. Qui però sorge un altro problema, in quanto i tassisti reclamano che per legge gli NCC dovrebbero tornare in rimessa alla fine di ogni corsa prima di poterne accettare una nuova; norma che però è stata ribadita più volte non essere vigente in diversi decreti legge.

Se Uber potesse funzionare regolarmente, dal punto di vista del consumatore, allo stato attuale delle cose, non esisterebbero più motivi per scegliere i taxi.

Partendo dalla prenotazione: si direbbe addio a radiotaxi e all’estenuante attesa al telefono con il sottofondo musicale di un tormentone dell’anno scorso diventato ormai insopportabile, per poi magari sentirsi anche dire che al momento non ci sono auto disponibili; con l’App di Uber in pochi click si è già prenotato.

taxsi-4Farsi trovare: nel caso dovessimo spostarci in una città in cui siamo turisti e che non conosciamo, spiegare ad un centralino prima ed ad un tassista poi dove ci si trova, magari pure in un’altra lingua, potrebbe risultare complicato; con Uber inserendo la propria posizione con il GPS non si dovrà più giocare a un nervoso nascondino a pagamento (ricordate che il tassametro continua sempre a correre inesorabilmente).

Trasparenza: quante volte abbiamo avuto l’impressione che il nostro taxi stesse prendendo una strada più lunga, rendendoci vittime di una piccola “truffa”, sfruttando la nostra ignoranza sulle strade percorse? Con Uber la mappa del percorso più breve ti viene inviata sullo smartphone e puoi controllarla metro dopo metro.

Trasparenza 2: come in molte categorie anche in quella dei tassisti c’è una percentuale di furbetti che, avendo a che fare quasi esclusivamente con i soldi contanti, a fine mese spesso dichiara meno della metà di quanto realmente ha incassato. Con Uber tutti i pagamenti sono effettuati con carta di credito e quindi tracciati rendendo quasi impossibile evadere le dovute tasse. (E qui nasce un’altra polemica, in quanto la percentuale trattenuta da Uber, il 20%, è dichiarata nella loro sede che in Europa è in Olanda, e quindi la loro fetta di tasse è pagata lì, lasciando comunque la parte del ricavato degli autisti alla normale tassazione Statale).

taxsi-5Pagamento: prendendo un taxi non sai quanto paghi finché non sei arrivato a destinazione, e magari, di notte, una volta arrivato, ti viene detto dal tassista che il resto dei 50€ non li ha e quindi devi crearti tu il problema di chi svegliare alle 3 di notte per farti in primis bestemmiare addosso e poi finalmente cambiare i soldi. Con Uber, nel momento in cui prenoti l’auto, sai, con uno scarto di pochi euro, quanto pagherai la tua corsa, pagandola (vedi sopra) sempre con carta di credito.

Qualità del servizio: con Uber è introdotta una novità assoluta e cioè la possibilità di recensire l’autista che ti ha accompagnato, la sua cordialità, professionalità e anche modo di guidare, in modo tale che gli autisti che ricevono recensioni positive ricevano bonus e chi in maniera recidiva riceva voti bassi sia, dopo aver ricevuto un ultimatum dall’azienda, allontanato per garantire al cliente un’esperienza sempre gradevole.

La situazione è tutt’altro che semplice ed è lontana dall’essere completamente risolta. Un mercato monopolista non è mai a vantaggio del consumatore. Certo, è anche vero che quello dei trasporti è un settore regolamentato dallo Stato e per provare a liberalizzare il mercato, senza ledere a chi magari si è indebitato per svolgere regolarmente questo lavoro, la cosa giusta da fare sarebbe quella di risarcire chi ha acquistato una licenza; questa spesa però risulta senza dubbio più esosa rispetto al bloccare l’avanzata (forse il progresso) proveniente dagli Stati Uniti. Oggi ci si scaglia contro la concorrenza di Uber. E domani? Sono mesi ormai che tutte le aziende automobilistiche più importanti stanno concentrando il loro sviluppo verso le automobili autoguidate. E quando tra 5 anni queste saranno la normalità? L’Italia resterà l’ultimo paese in cui le auto sono guidate con il vecchio e antico metodo tradizionale per non ledere i diritti degli autisti? E quando saranno inventate le auto volanti? E quando ci si teletrasporterà da un posto all’altro?

A cura di Piergiorgio Petoia