Con la pandemia aumenta il rischio del “narcisismo da social”, con fantasie di grandiosita’ e
bisogno di ammirazione che convivono con una fragile autostima e
scarsa empatia. Questo atteggiamento puo’ diventare una patologia
a rischio di suicidio. È l’allarme che lanciano gli psichiatri
nel corso della XIX edizione del Convegno internazionale di
suicidologia e salute pubblica.
Per Maurizio Pompili, ordinario di Psichiatria alla Sapienza e
direttore della Psichiatria dell’Azienda
Ospedaliero-Universitaria Sant’Andrea, “i social media
rappresentano un terreno fertile per il narcisismo, perche’
contribuiscono a isolare l’individuo in un mondo che pone
l’accento sul singolo, su uno spazio interno, piuttosto che su
relazioni umane, e allo stesso tempo a metterlo continuamente
alla ricerca di consenso attraverso i like. La pandemia, a causa
di una maggiore distanza fisica, ha sicuramente fornito un
fertilizzante per questi comportamenti”.
Ci sono tre sottotipi di narcisismo: un sottotipo inconsapevole
o grandioso, uno ‘ad alto funzionamento’ e uno vulnerabile o
ipervigile, spiega Glen O. Gabbar, professore di Psichiatria e
Scienze comportamentali del Baylor College. “Il primo – precisa
– e’ presuntuoso e arrogante, ama essere al centro
dell’attenzione, tende a manipolare gli altri. Quello ad alto
funzionamento, convincente ed egocentrico utilizza il narcisismo
come motivazione per raggiungere il successo. Infine, quello
ipervigile schivo e fragile, pervaso da un senso di
inadeguatezza, tende a isolarsi per proteggersi dalle
umiliazioni; e’ ossessionato dalla vergogna di un pubblico
immaginario e rincorrendo il mito della perfezione rischia di
cadere in una rappresentazione fasulla di se’ , che diviene
terreno fertile per l’insorgenza di uno stato perturbato che
diventa apripista per il suicidio”. “Le relazioni con gli
altri nutrono le connessioni sinaptiche, mentre la distanza nei
rapporti sociali, la solitudine non sono favorevoli – aggiunge
Pompili – Questo e’ ancora piu’ determinante quando la capacita’ di
regolazione affettiva, a volte venuta a mancare sin dalla tenera
eta’ , impedisce di creare legami relazionali efficaci, appaganti.
La pandemia potrebbe aver incentivato questi tratti della
personalita’ in chi e’ a rischio, perche’ per molti ha significato
isolamento, mancanza di confronto con gli altri”. Nel mondo si
suicidano circa 800.000 persone ogni anno, cioe’ una ogni 40
secondi.