I poeti sono innanzitutto dei maghi che sanno aprire porte segrete. Sperimentano, da veri scienziati della parola (e del sentimento), prima di tutto su se stessi, il potere curativo di un verso, in grado di riconciliare il lettore con la vita […] Quasi di nascosto i poeti, scienziati sublimi e con così pochi riconoscimenti, continuano ancora oggi a scambiarsi pensieri di guarigione, dialogando con uomini e donne di altri secoli, trasformando, nel loro laboratorio di alambicchi, ogni tragedia personale in un balsamo a cura delle ferite riportate. A ragione Karen Blixen, scrittrice e pittrice danese, aveva annotato che ‘le perle sono come le favole dei poeti: un malanno trasformato in bellezza’”.
Flora Beneduce, consigliere regionale della Campania e componente della commissione che si occupa di Sanità e sicurezza sociale, affida alle parole di Miro Silvera l’incipit del suo intervento sul potere terapeutico della poesia nel corso della presentazione dell’Odissea tradotta da Ettore Capuano in esametri.
Ad organizzare l’evento, Carlo Alvano, che ha saputo condurre gli astanti in un viaggio di cultura, musica e poesia. Infatti, dopo l’introduzione affidata allo stesso autore, che ha spiegato come l’esametro faccia rivivere il testo omerico con più immediatezza rispetto all’endecasillabo, c’è stata la lettura di alcuni stralci dell’opera. Voce narrante quella di Silvana Moghersen e sottofondo musicale a cura di Rosario Ruggiero. Intensa la partecipazione del pubblico, letteralmente rapito dalla declamazione dei versi che hanno trovato nuova vita nella penna del premio Unesco per la poesia.
La kermesse, che si è tenuta ieri pomeriggio al circolo Posillipo, ha rappresentato un momento di perfetta fusione tra il ritmo della poesia e quello della psiche. Collante di questa meravigliosa unione, il discorso di Flora Beneduce.
“Anima e parola possono compenetrarsi tanto da divenire un unicum – conclude Flora Beneduce -. Nella poesia non c’è solo quella dirompente capacità espressiva tanto cara agli amanti di questo genere letterario, ma c’è piuttosto un condensato dell’essenza stessa del poeta, di quello che pensa, sente, vive. Anche quando sembra essere un’accozzaglia di immagini e sensazioni, la poesia diviene la più spontanea e profonda possibilità di narrazione dell’anima”.