Venerdì 19 gennaio ore 11:00 presso l’Ordine dei Giornalisti della Campania
Il nuovo giallo di Tonino Bettanini, “L’icona di San Pietroburgo”, sarà presentato il prossimo 19 gennaio alle ore 11:00 nella sede dell’Ordine dei Giornalisti della Campania in Via S. Maria a Cappella Vecchia 8/B a Napoli.
Insieme all’autore interverranno Ottavio Lucarelli, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, Enzo Colimoro, segretario dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, e Paolo Itri, magistrato e scrittore. Il dibattito sarà moderato dal vice presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, Mimmo Falco.
L’Icona di San Pietroburgo ridà vita a quella Russia densa di storia e di simboli, al di là dell’ombra del putinismo. L’autore muove il funzionario Brando Costa dentro lo scenario della città della prospettiva Nevskij dove due uomini incappucciati sequestrano la direttrice della sede della Dante Alighieri San Pietroburgo Beatrice Cristofori, inviata dal ministro degli Esteri Max Ruberti dopo una nomina travagliata e un difficile impatto con quella realtà locale favorevole e ostile. Brando Costa è l’ultimo con cui lei ha parlato in una telefonata concitata dove risuonava la parola icona e una frase inquietante “Che brutta storia!”. Non resterà altro che risolvere il mistero viaggiando in una Russia che si dipana come un’intrecciata rete simbolica grazie ai continui richiami artistici e culturali di Bettanini, una rete che fa da sfondo alle continue ramificazioni di un’indagine fatta di sparizioni di esseri umani e di continue apparizioni di luoghi, prospettive e tesori. Irina Petrova, insegnante della Dante, dà l’imbeccata che lo fa brancolare di meno nel buio della città e lo mette sulla strada di Galya Mikajlovna, la giovane e assidua assistente di Cristofori, anch’essa scomparsa, su cui si dirigono le ricerche perché conduca verso la sua direttrice.
È dentro la prospettiva dove “ogni cosa respira l’inganno” come diceva Gogol’, tra i Palazzi d’Inverno e dell’Ammiragliato verso il monastero di Alexander Nevskij, è dentro quei quadranti di una mappa densa che i tesori e le icone porteranno dritte alle persone che stanno dietro a questa trama oscura. Tonino Bettatini sembra dare un ruolo quasi investigativo alle meraviglie di San Pietroburgo come se queste reagissero alle tenebre di una matassa fitta richiamando quelle “passeggiate che educano al senso dell’eleganza e dell’armonia spirituale” su cui scriveva Solomon Volkov. Ma che ruolo ha quel dossier Russia condiviso con Brando Costa solo fino ad un certo punto dal collega diplomatico Marco Varallo? E il trafficante d’armi che frequenta la Dante a Pietroburgo? E una volta ritrovata Beatrice chi ritroverà la grande icona del XVII secolo sparita sotto i suoi occhi e diretta niente di meno che in Sicilia? La cultrice del carteggio privato fra Caterina II e i Philosophes lambisce una realtà fatta di affari che riguardano anche questi tesori, patirà le ambiguità della polizia di Mosca che non può scoprire totalmente la trama di connivenze che il suo sguardo artistico ha fulminato.
L’icona di San Pietroburgo è un giallo tutto intrecciato di simbolico, storia, mistero, affari e un’azione incessante per percorrere tutti questi territori alla ricerca della soluzione dell’enigma e lasciare spazio all’incanto.
L’autore
Tonino Bettanini dopo la Laurea in Filosofia e un inizio di attività come ricercatore in Sociologia del Linguaggio, interrompe nel 1990 la sua carriera universitaria per diventare esperto di comunicazione e relazioni istituzionali, temi ai quali ha dedicato numerose pubblicazioni. Ha attraversato le istituzioni italiane della Prima, Seconda e Terza Repubblica: dalla Presidenza del Consiglio alla Presidenza del Senato. Ha lavorato presso la Commissione Europea e ha insegnato all’Università degli Studi di Roma La Sapienza.