“Questo progetto di arte contemporanea si avvale della collaborazione di altre realtà attive in città come l’Accademia di Belle Arti e il Conservatorio di San Pietro a Majella e porterà una serie di installazioni posizionate all’aperto in alcuni luoghi importanti e anche riscoperti.
Un lavoro che è frutto di una grande cooperazione istituzionale e che punta a riportare dei segni dell’arte contemporanea nelle strade della città e ad avviare un discorso -ovviamente in cooperazione con le altre istituzioni culturali e museali che abbiamo a Napoli- per riprendere questo filo conduttore che per la contemporaneità del nostro territorio è molto importante“.
Il coordinatore Sergio Locoratolo:
“Questa è la prima vera programmazione nell’ambito dell’arte contemporanea che il Comune fa rispetto agli anni precedenti, definendo non più interventi sporadici ma un programma strutturato e compiuto.
Quali sono i principi cardine di questa programmazione:
– in primo luogo, la definizione della vocazione delle moving art. Prima si facevano tante cose nei vari siti senza determinare quali fossero le vere e proprie vocazioni per ciascuno di questi siti ed è una cosa che abbiamo definito;
– il secondo profilo è lavorare sulle infrastrutture dei siti culturali. Come sapete per molti anni i siti culturali sono stati abbandonati, senza nemmeno la manutenzione ordinaria; quest’anno per la prima volta e stata avviata la manutenzione ordinaria e tra il 2023 e il 2024 procederemo con i lavori a San Domenico Maggiore, al PAN, al Maschio Angioino e a Castel dell’Ovo, quindi un lavoro importante sulle infrastrutture;
– il terzo punto è quello di portare l’arte in città, quindi non l’arte della città, ma l’arte nella città e, come vediamo anche dal programma di oggi, pensiamo a installazioni che mettano a contatto più diretto e più vivo la cittadinanza e i turisti con l’arte nella città intesa come i territori di tutte le Municipalità.
Poi certamente c’è un problema di spazi, che sono ancora pochi e ne cercheremo di conquistare altri, anche in partnership con i privati. Un’anticipazione in tal senso è che stiamo per chiudere un protocollo per la riapertura della Chiesa di San Giacomo, proprio nel palazzo del Comune, in piazza Municipio, un luogo anche simbolicamente importante, dove il Comune potrà ospitare, sulla base dell’accordo fatto con l’Arciconfraternita che gestisce la chiesa, mostre e altri eventi di natura culturale e questo è un altro spazio molto importante che abbiamo conquistato e di cui la città potrà godere“.
Il consigliere Vincenzo Trione:
“Il progetto al quale abbiamo lavorato ha l’obiettivo di riaffermare con forza la vocazione contemporanea di Napoli, che resta una delle più straordinarie capitali della contemporaneità.
Ci siamo mossi su due grandi traiettorie.
La prima traiettoria: i progetti di lunga durata. Ritengo che un’amministrazione pubblica abbia il dovere di impegnarsi per valorizzare i propri beni. Ecco che abbiamo costruito un progetto del Polo del contemporaneo, che avrà il suo centro al Pan, destinato a diventare il primo museo dell’immagine (dalla fotografia al cinema, al digitale) a livello internazionale. Dall’altro lato, il Pan avrà un dialogo stretto con la Casina Pompeiana, dove si terranno performance, eventi, happening.
Da settembre il Pan sarà chiuso per lavori strutturali fino all’autunno del 2024.
Inoltre, vogliamo dare anche segni immediati. Abbiamo costruito il progetto ‘Open/l’arte in centro’, nel quale abbiamo invitato artisti di grande rilievo: Antonio Marras, Michelangelo Pistoletto e Gaetano Pesce per realizzare, ad hoc per Napoli, installazioni in luoghi pubblici, in modo che l’arte possa farsi occasione di coinvolgimento per l’intera comunità. Cambiare parti di città attraverso l’arte”.