E’ stato assegnato a Gino Cecchettin, padre di Giulia, vittima di femminicidio nel novembre del 2023, al Centro Fernandes di Castel Volturno, casa di Prima Accoglienza per Immigrati, e a Bebe Vio, schermitrice e dirigente sportiva italiana, la 15esima edizione del “Premio Nazionale don Diana- Per amore del mio popolo”, in ricordo del sacerdote fu ucciso dalla camorra a Casal di Principe il 19 marzo del 1994. Come è ormai tradizione nel primo giorno di primavera, in cui
si celebra anche la giornata delle vittime innocenti delle mafie, il Comitato Don Diana ha reso noti i nomi dei tre vincitori,
assegnando inoltre un “Premio Speciale” ad Antonia Salzano e Andrea Acutis, genitori di Carlo Acutis, il giovane che morì nel 2006 all’età di 15 anni per una leucemia fulminante e che Papa Francesco farà Santo, e quattro “menzioni speciali”. Il premio, opera dell’artista Giusto Baldascino, consiste in una vela versione in miniatura del monumento presente nel Parco cittadino di Casal di Principe dedicato a don Giuseppe Diana, e verrà consegnato il 4 luglio a Casa don Diana, bene confiscato alla camorra, sede del Comitato che porta il nome del prete. A Gino Cecchettin il riconoscimento è stato conferito “perché al dolore ha reagito con positiva responsabilità, promuovendo un cambiamento culturale radicale per combattere la violenza di genere educando all’affettività”. Al Centro Fernandes, fondato nel 1996 dall’Arcidiocesi di
Capua, il premio è stato dato “per la capacità di essere punto di
riferimento delle persone immigrate, accogliendole oltre che
fisicamente anche spiritualmente, e per i servizi ivi organizzati
che riescono a sostenere l’integrazione e la ricostruzione della
reciproca fiducia”. Per Bebe Vio, campionessa paralimpica,
mondiale ed europea di fioretto individuale paralimpico, la
motivazione sta nella “sua forza comunicatrice, tale da abbattere
ogni tipo di barriera”, e nella sua “spontanea autenticità grazie
alla quale porta avanti la battaglia dei giovani portatori di
arto e non solo, perché crede allo sport come strumento di
integrazione e cambiamento, rendendolo accessibile a tutti”.
Menzioni speciali sono state assegnate a Vincenzo Ammaliato,
giornalista e attivista di Castel Volturno, sostenitore del
riscatto territoriale che “lavora quotidianamente per migliorare
le condizioni di vita e le prospettive della sua città, crocevia
di culture, di racconti, di esistenze”, a Matteo Gizzi, “medico –
mago” originario di Colleferro, che “allevia il dolore con il
sorriso”, a Massimo Vallati, presidente di Calciosociale nel
quartiere romano di Corviale, dove porta avanti “le sue attività
educative e pedagogiche”, e nel settembre del 2024 è stato
vittima dell’incendio della sua automobile da parte di chi voleva
bloccarne l’attività tra i giovani.
Ultima menzione per Vincenzo Mauriello, tra i soci fondatori
nel 1990 del Circolo di Cultura Cinematografica Arci Movie, per
la diffusione della cultura cinematografica nata nel quartiere
Ponticelli della periferia orientale di Napoli.