Sapere in anticipo fino a che eta’ una donna potra’ avere figli sara’ presto possibile attraverso un semplice prelievo del sangue e, in futuro, uno screening potrebbe aiutare a fornire consulenza sulla durata della vita riproduttiva. E’ una mamma 1delle novita’ in materia di preservazione della fertilita’, individuata dal professor Antonio La Marca, del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche Materno-Infantili e dell’Adulto dell’Universita’ di Modena e Reggio Emilia. “Nei paesi industrializzati il 95% delle donne va in menopausa fra 44 e 56 anni ma l’infertilita’ inizia ben prima del suo arrivo”, spiega l’esperto. A contare e’ in primo luogo l’eta’. Il numero di follicoli inizia a diminuire dalla nascita, tanto che a 30 anni le donne conservano solo il 12% dei follicoli iniziali e la loro diminuzione e’ correlata ad una minore possibilita’ di gravidanza”, chiarisce La Marca. Tuttavia tra coetanee ci possono essere riserve ovariche molto diverse e un arrivo della menopausa in momenti diversi: a contribuire, istruzione, contraccettivi orali, alcol, fumo, chirurgia ovarica e chemioterapia. “Per predire il rischio di infertilita’ con piu’ precisione rispetto al solo parametro dell’eta’, si puo’ utilizzare la misurazione dell’AMH (ormone Anti- Mulleriano), lo stesso attraverso cui e’ possibile sapere a che eta’ una donna andra’ in menopausa”, prosegue La Marca. Un marker che potrebbe rendere possibile, in futuro, uno screening ‘ad ampio raggio’, con cui fornire consulenza alle giovani donne. “Sapere fino a quando si avra’ tempo per avere un figlio potrebbe aiutare nel fare scelte di vita consapevoli. Ma potrebbe anche essere utile in chiave di prevenzione”. La menopausa e’ collegata, infatti, al rischio di osteoporosi, patologie tumorali e cardiovascolari. “Sapere prima se arrivera’ in anticipo – conclude – puo’ aiutare a prevenire queste malattie”