È un messaggio chiaro. Qui la camorra ancora comanda e combatte le sue guerre. Dietro questa guerra vecchi e nuovi clan che si appoggiano ai più esperti. Non è ancora passato lo choc dell’esplosione ed ecco che Ponticelli diventa lo scenario di un agguato: ferito a colpi di pistola un pregiudicato per droga. Era agli arresti domiciliari, per giustificare il ferimento spiegherà ai carabinieri: «Ero affacciato alla finestra di casa quando mi hanno colpito». L’uomo abita in via San Michele, molto vicina alla via Crisconio della bomba. Ferito a una spalla non è in pericolo di vita. Due gravi episodi in dodici ore. che vengono collegati all’agguato di domenica scorsa con l’omicidio di Giulio Fiorentino e il ferimento di Vincenzo Di Costanze. Stando al luogo dove è avvenuta l’è splosione e ai rapporti con i clan delle persone coinvolte negli agguati, si ricostruisce la presenza di un clan silente – quello dei De Micco “bodo” – e dei rivali D’Amico. La bomba è stata piazzata lungo una strada dove abitano alcuni affiliati al clan De Micco. Gli stessi che han no subito l’agguato con un morto e un ferito: le vittime sono infatti vicine alla cosca dei De Martino, “ere de” dei De Micco. Attacchi che sarebbero dunque firmati dalla cosca dei Casella, “erede” invece dei D’Amico, stesso clan cui sarebbe vicino il ferito di ieri pomeriggio. Equilibri criminali da una generazione all’altra, bomba devastante che fa anche scoppiare il caso politico. Ponticelli al centro dell’attenzione. «Forte deve essere l’allarme per questo importante quartiere