A cura di Teresa Lucianelli
Serata a Palazzo Caracciolo a conclusione della gara che partirà domattina al Mulino Caputo. 10 i finalisti, selezionati tra 232 pizzaioli del mondo. Tra i concorrenti soltanto una donna; il rappresentante di una pizzeria napoletana centenaria e…
Chi vincerà il concorso finalizzato a sostenere la candidatura Unesco dell’arte
del pizzaiolo napoletano come Patrimonio Immateriale dell’Umanità, che sarà valutata il prossimo dicembre a Seul?
È per domani, 14 novembre, a Napoli, nel cinquecentesco chiostro dello storico Palazzo Caracciolo MGallery by Sofitel, l’appuntamento per l’attesa proclamazione ufficiale e relativa premiazione dei trionfatori del contest internazionale organizzato anche stavolta da Mysocialrecipe, mentre la finale live si svolgerà la mattina, sempre in città, al Mulino Caputo.
In gara concorrenti provenienti dalla Campania ed in generale dalle varie regioni della nostra nazione, come da Stati Uniti, Canada, Australia, Cina, Corea, Kenya, Russia, Kuwait, Cile, Argentina, Uruguay, Olanda, Marocco, Colombia, Norvegia, Belgio, Romania, Ungheria, Polonia, Austria, Grecia.
Tra i magnifici dieci, soltanto una donna sulle 28 inizialmente partecipanti. Si tratta di un’ italiana trasferitasi in Australia, con la sua pizzeria a Melbourne; poi, un decano della pizza napoletana che guida una delle quattordici “pizzerie centenarie” di Napoli, attiva dal 1916; il pizzaiolo creativo di Rotterdam, prima filmmaker e successivamente pizza chef con merito; ancora, il napoletano emigrato in America e fondatore nell’americano tempio della pizza partenopea al Greenwich Village.
Successo di partecipazioni al concorso, triplicate quasi in questa seconda edizione rispetto al 2016, con 373 pizze complessivamente in gara; considerevole la presenza estera con 35 pizzaioli, e quella femminile, appunto con 28 pizzaiole delle quali 4 straniere. Tutti hanno registrato le loro originali creazioni sul sito www.mysocialrecipe.com. Considerevole l’unione tra web estrosi e i 232 protagonisti, talentuosi pizzaioli in forze in 24 nazioni del Pianeta per celebrare quello che viene da sempre considerato come il più gustoso simbolo d’Italia ed in particolare dell’antica tradizione partenopea. Tra essi anche 4 pizzaioli non vendenti, a testimonianza del condiviso messaggio sociale e dell’alto valore culturale della pizza, con il suo linguaggio che riesce ad arrivare ovunque ed a promuovere spontaneamente partecipazione e socializzazione.
Rigorosi i principi di #pizzaUnesco: qualità, creatività e originalità, in aggiunta il rispetto dei requisiti tipici della pizza napoletana.
Un orgoglio targato www.mysocialrecipe.com, la prima piattaforma che certifica temporalmente la paternità di una ricetta.
A scegliere i dieci finalisti che domani si contenderanno il titolo a colpi di pizza, la commissione presieduta da Enzo Vizzari e composta da Allan Bay, Giorgio Calabrese, Eleonora Cozzella, Fiammetta Fadda e Scott Wiener.
Di seguito, i finalisti con le rispettive creazioni presentate:
1. Giovanna Alberti (Melbourne, Australia) con ‘pizza Marina’. Lavora come Head Chef presso la Woodstock Pizzicheria;
2. Gennaro Battiloro (Lucca, Italia) con ‘pizza Sensazioni’. Giovane pizzaiolo originario di Torre del Greco, naturalizzato toscano, è in forze alla pizzeria “La Kambusa” di Massarosa;
3. Raffaele Bonetta (Napoli, Italia) con ‘pizza Ottospek’. Al forno della pizzeria “Ciarly”, seguace della lievitazione lunga, usa il metodo della biga;
4. Salvatore Grasso (Napoli, Italia) con ‘pizza 1916’: numero che contraddistingue i gloriosi 100 anni di attività della famosa pizzeria storica napoletana “Gorizia”, fondata appunto nel 1916, all’epoca della Grande Guerra, mentre le truppe italiane entravano a Gorizia: da qui il nome del locale;
5. Ciro Iovine (New York, USA) con ‘pizza Summer’. Dal quartiere di Napoli Fuorigrotta al Greenwich Village dove ha aperto la pizzeria “Song ‘e Napule”, punto di riferimento della pizza napoletana oltreoceano;
6. Vincenzo Onnembo (Rotterdam, Paesi Bassi) con ‘pizza del Padron’. Al suo attivo gli studi artistici, l’attività di filmmaker e creative director tra Inghilterra, Italia, Olanda e Belgio, poi nel 2014 la grande svolta: trasforma il suo studio a Rotterdam in una pizzeria “dopo lavoro” e nel 2016 vara il progetto “Old Scuola”, del quale è pizza chef e storyteller;
7. Francesco Pone (Napoli, Italia) con ‘pizza Terra Antica’. Attivo nella “Pizzeria 18 Archi” sul golfo di Pozzuoli, è un allievo prodigio del maestro Diego Vitagliano;
8. Carlo Sammarco (Napoli, Italia) con ‘pizza Fior di zucca e alici’. Al suo attivo la nouvelle vague, tra i simboli della pizza canotto, è titolare della “Carlo Sammarco 2.0” di Aversa (Caserta);
9. Clemente Valentino (Forlì, Italia) con ‘pizza Veggie’;
10. Giuseppe Vitiello (Caserta, Italia) con la ‘pizza Doppia’. Vincitore del neocampionato europeo ‘Pala d’oro’ per la sezione pizza napoletana, è erede di una notissima famiglia di pizzaioli di Terra di Lavoro e nella pizzeria “La Loggetta”, la più antica di Caserta, sperimenta impasti alternativi con curcuma, caffè, cacao, farina semintegrale, multicereali e paprika; novità: la pizza ad aria: sana lievitazione e digeribilità.
Mentre si attende la disputa finale ormai alle porte, sono stati resi noti i pizzaioli che hanno conquistato quattro delle undici menzioni speciali previste dalla gara e assegnate dai partner di Mysocialrecipe:
Menzione La Fiammante per la “Migliore pizza al pomodoro” a Giuseppe Vesi della pizzeria “Pizza Gourmet” (Napoli) per la pizza “Fantasia di colori e sapori”;
Menzione Fic (Federazione Italiana Cuochi) per la “Pizza Chef – Migliore pizza per l’originalità degli ingredienti” a Mauro Autolitano della “Pizzeria Totò e i Sapori” di Acerra (Napoli) per la “Pizza Tiziano bis”;
Menzione Ferrarelle per la “Migliore pizza per l’impasto” a Giuseppe Pignalosa della pizzeria “Le Parùle di Ercolano” (Napoli) per la pizza “La mia Nerano”;
Menzione Slow Food per la “Pizza Slow – Migliore pizza per la territorialità” a Francesco Capece della “Locanda dei Feudi 2.0” di Filetta (Salerno) per la “Marinara dell’alleanza”.
Rimangono altri sette premi speciali: “Migliore pizza per gli aspetti nutrizionali” (a cura di Legambiente); “Pizza più letta sul web” (a cura di Mysocialrecipe); “Miglior abbinamento Vino – Pizza” (a cura dell’Associazione Italiana Sommelier); “La pizza è anche fritta” (a cura della rivista Italia a Tavola); “Pizza senza glutine” (a cura della rivista Ristorazione Italiana); “Una pizza per rinascere” (Luciano Pignataro Wine Blog); “Pizza funzionale e alternativa di NIP Food” (Nazionale Italiana Pizzaioli).
#pizzaUnesco gode del patrocinio di Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, Regione Campania, Comune di Napoli, Città Metropolitana, Camera di Commercio, Legambiente, Fondazione Univerde, Associazione Italiana Sommelier, EcoMuseo della dieta Mediterranea di Pioppi.
A sostenerlo: Ferrarelle, La Fiammante, Molino Caputo, Olitalia, Sorì, come main sponsor; come sponsor Consorzio del Parmigiano Reggiano.
La fase live vede in prima linea Event Planet Food, Fondazione Birra Moretti, Gi.Metal e Scugnizzo Napoletano.
Partner: Federazione Italiana Cuochi, Nazionale Italiana Pizzaioli, Associazione Pizzaioli Napoletani.
Mediapartner: Il Mattino, Alice Tv e Marco Polo, Luciano Pignataro Wine&Food Blog, Il Cuoco, Italia a Tavola, Pizza e Pasta, Ristorazione Italiana Magazine, Sala&Cucina e Malvarosa.