Ci sono prove che un’attività fisica costante può migliorare notevolmente le funzioni cognitive e la plasticità cerebrale. Non è ben chiaro, però, quanto tempo occorra al nostro corpo per attivare questi benefici. Una ricerca recente svolta dall’università di Adelaide, Australia, ha mostrato che bastano 30 minuti di attività fisica per innescare queste reazioni nel cervello, con benefici per coordinazione, memoria, apprendimento.
Il Professore Micheal Ridding, che ha seguito la ricerca, ci tiene a specificare che questa scoperta è importantissima non solo in vista di un invecchiamento attivo ma anche nell’ottica terapeutica, per il recupero di danni cerebrali.
Ridding e i suoi colleghi hanno chiesto a un gruppo di adulti, tra i 20 e i 30 anni, di fare della bicicletta per 30 minuti. Hanno monitorato subito dopo i cambiamenti nel cervello, con intervalli di 15 minuti. I risultati hanno mostrato che il cervello letteralmente “brilla” dopo l’attività fisica e mette in atto cambiamenti fisici e chimici. Maggiore plasticità nel tessuto cerebrale significa maggiore capacità di riorganizzazione tra la cellule nervose e le diverse zone del cervello (dopo un trauma per esempio) con benefici importanti per la lotta contro le demenze.
Una ricerca analoga dell’Università dell’Illinois aveva invece correlato l’esercizio fisico a una migliore prestazione della “sostanza bianca” all’interno del cervello. Si tratta di una componente che collega le varie zone grigie ed è pertanto conosciuta come“metropolitana del cervello”. Questo studio, in particolare, si era focalizzato sullo studio dei bambini: quelli che praticavano attività fisica regolarmente avevano una materia bianca più spessa e densa, con maggiore rendimento scolastico.
L’esercizio, inoltre, aumenta la capacità del cervello di trarre serotonina dal sangue e, di conseguenza, innalzare la produzione di dopamina. Una ricerca pubblicata nel 2011 in “Scandinavian Journal of Medicine and Science in Sports” ha mostrato, infatti, che chi fa sport aerobici ha livelli ematici di serotonina rispetto più bassi rispetto a chi fa solo esercizi di stretching. Secondo un articolo pubblicato nel 2003 in “Neurobiologia in malattia”, infatti, l’esercizio aumenta i livelli di calcio nel sangue, che aumenta la produzione di dopamina nel cervello.
Non va, infine, trascurato il contributo dello sport alla lotta contro la depressione: bassi livelli di serotonina sono infatti associati a stati depressivi. Così, aumentando l’assorbimento della serotonina (e, di conseguenza, la produzione di dopamina) ci si sente subito meglio. Si tratta semplicemente di mettere in circolo le stesse sostanze che si trovano negli antidepressivi, senza effetti collaterali né paura di una dipendenza. Anzi, lo sport dà dipendenza proprio per questo motivo, più ci si allena più si ha voglia di sentirsi bene e stare bene: una droga che non ha controindicazioni.