L’episodio accaduto nel quartiere di Pianura, con la brutale uccisione di un giovane di appena vent’anni per mano di un baby pusher sedicenne, getta un’ombra pesante sulla quotidianità di tanti cittadini onesti che si trovano a vivere in un contesto dove la criminalità sembra fare da padrona. Gli affari dello spaccio di droga e i legami con le attività criminali più disparate, come furti ed estorsioni, creano un clima di paura e insicurezza, lasciando le persone oneste, che ogni giorno lavorano e si sacrificano per il benessere delle proprie famiglie, in uno stato di totale abbandono.

Non è un caso che tutto ciò accada in un quartiere dove le forze dell’ordine, spesso sotto organico, faticano a tenere sotto controllo la situazione. Il risultato è che i cittadini si sentono soli, impotenti e sopraffatti dalla violenza che si consuma sotto i loro occhi. Lo spaccio, gli atti criminali, e i regolamenti di conti avvengono alla luce del sole, come se fossero una normalità accettata e inevitabile.

Tuttavia, non si può e non si deve accettare che questo sia il destino di Pianura e di tanti altri quartieri italiani. I cittadini chiedono a gran voce un cambiamento, chiedono la presenza concreta e incisiva dello Stato, che non può rimanere a guardare mentre la criminalità prende il sopravvento e minaccia il futuro di intere generazioni. Questo è un quartiere fatto di persone oneste, di famiglie che lottano ogni giorno per assicurare un futuro migliore ai propri figli. La violenza e l’illegalità non possono avere l’ultima parola.

Lo Stato ha il dovere di intervenire con forza e determinazione per garantire sicurezza e giustizia, per dimostrare che i cittadini onesti non sono soli. La presenza di forze dell’ordine adeguatamente formate e attrezzate, insieme a programmi sociali e educativi per sottrarre i giovani dalla spirale della criminalità, sono essenziali per restituire fiducia e speranza a una comunità che merita di vivere in serenità.

Il tragico caso del baby pusher di Pianura, che ha ucciso senza esitazione un suo coetaneo per questioni legate allo spaccio di droga, è il sintomo di un malessere profondo. Ma questa violenza non deve definire il quartiere né tantomeno il destino dei suoi abitanti. La risposta deve essere chiara e decisa: i cittadini perbene devono essere protetti, devono sentirsi sicuri, e lo Stato deve essere presente al loro fianco.

I cittadini di Pianura dicono basta. Chiedono rispetto, dignità, e soprattutto chiedono un futuro in cui la legalità possa trionfare sulla criminalità. È ora di agire, di restituire serenità e giustizia a chi ogni giorno combatte per un futuro migliore. Lo Stato deve intervenire per dimostrare che non abbandona chi, con onestà e fatica, desidera solo vivere in pace.

M.O