Per Tracce dinamiche, rassegna di teatro di innovazione, il Teatro Eduardo De Filippo di Arzano, sito in via Giuseppe Verdi n. 25-37, diretto artisticamente da Roberta Stravino, ospita venerdì 12 aprile, alle 21, “Tutto Shakespeare minuto per minuto”, commedia liberamente ispirata a “The Complete works of William Shakespeare (abriged)” di A.Long, D.Singer con Mario Cangiano, Andrea Cioffi, Sara Guardascione, Davide Mazzella e Simone Mazzella. L’assistente alla regia è Ilaria Fierro e la drammaturgia e la regia è firmata da Andrea Cioffi. La produzione è Archè Teatro.
Cinque attori sono in scena con un’unica, bislacca missione: rappresentare tutto il repertorio di William Shakespeare in meno di un’ora e mezza.
Unico ostacolo a questa impresa, loro stessi: i loro egocentrismi, l’approccio diverso al teatro per ciascuno di loro, l’ignoranza e la presunzione mineranno, minuto dopo minuto, la riuscita di questo esperimento.
Tra citazioni semi-colte, gag improbabili e dialoghi surreali, la compagnia di scalmanati attori darà vita ad un vero e proprio gioco con il pubblico in quello che è, a tutti gli effetti, un atto di amore verso William Shakespeare.
Come dichiara il regista «Nel 1642, dopo la peste, a causa dei Puritani, il teatro diventò illegale. Eppure non svanì.
Senza un palcoscenico, senza costumi o oggetti di scena, qualcuno fece del continuare a recitare e di mantenere in vita il teatro di Shakespeare la propria missione!
Un manipolo di attori disperati, probabilmente cani, sicuramente analfabeti, decisero di mettere insieme scene shakespeariane ricordate a metà e strani intermezzi medievali, immergendoli nel sesso, nella violenza e nell’umorismo osceno e non intellettuale, pronti a scappare, a bordo del loro carretto, prima di essere presi dalle guardie.
Fu così che nacque uno strano e pericoloso nuovo tipo di teatro illegale: Il Droll.
Quasi quattrocento anni dopo, siamo punto e a capo.
Abbiamo avuto la peste e ora viviamo in un momento in cui ci prendiamo troppo sul serio. Il teatro, il cui scopo dovrebbe essere quello di porre al centro il pubblico, senza il quale quest’arte non avrebbe senso di esistere, troppo spesso si riduce ad un’arte di nicchia, elitaria.
Abbiamo pensato, perciò, di lavorare su uno spettacolo che contemporaneamente omaggiasse il fenomeno del droll e prendesse in giro la nostra categoria: i teatranti. Ciascuno dei personaggi in scena rappresenta una categoria di attore, portata naturalmente all’estremo, finanche al grottesco. Le loro dinamiche virano verso la reciproca mal sopportazione eppure sono tutti legati da questa potentissima magia che è il teatro.
Abbiamo giocato con pregiudizi e luoghi comuni, abbiamo infarcito i momenti più densi di canzoni pop e riconoscibili, abbiamo giocato tra di noi e col pubblico».