Si annida anche nelle parrocchie di provincia quella Chiesa “bramosa di denaro e mondanita'” contro la quale si scaglia ogni giorno Papa Bergoglio. La conferma arriva da Legnaro, paese alle porte di Padova, dove un parroco e’ indagato per appropriazione indebita dopo aver speso per i propri lussi parte di un’eredita’ plurimilionaria destinata alla Caritas, di cui era stato nominato custode unico. La pressione mediatica suscitata dal caso, e forse i tardivi rimorsi di coscienza, hanno portato oggi don Lucio a rassegnare le dimissioni da parroco, che ha presentato direttamente al vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla. A lasciare il patrimonio era stato nel dicembre 2014 un farmacista del paese che, non avendo eredi, aveva pensato di fare del bene destinato 14 milioni di euro ai poveri. Non poteva certo immaginare che parte di questa cifra sarebbe finita in vacanze e ristoranti di lusso. Almeno un centinaio di migliaia di euro se n’e’ andato infatti in vacanze nelle Dolomiti e in Sicilia, in pranzi e cene in ristoranti di lusso. Tra le spese ‘pazze’ del religioso comparirebbero anche una moto e un’auto, regalata ad un ‘collega’ e addirittura un intervento di chirurgia estetica alle gambe per la madre. Una storia che ha gettato nello sgomento gli abitanti di Legnaro. Molti in paese sapevano di questa eredita’, ma il sacerdote aveva sempre detto che si trattava di denaro in realta’ vincolato ai poveri. Oggi, quando la notizia e’ deflagrata, il parroco ha contattato il sindaco, suo amico di vecchia data. Ma al telefono non e’ riuscito a far altro che restare in silenzio, singhiozzando. “Non parlava nemmeno – ha detto il sindaco,Giovanni Bettini, – era sotto shock, piangeva e dopo un po’ di silenzio si e’ limitato ad un ‘ciao’, quindi ha riattaccato.Forse ha capito di aver sbagliato”. “Lui – ha continuato – aveva parlato diverse volte di questa eredita’ ricevuta da un ex farmacista. Ma diceva che si trattava di immobili vincolati per i poveri e che non poteva spendere i soldi donati. Nessuno sapeva niente di questa roba, era lui ad organizzare tutto”. Nel frattempo don Lucio e’ stato convocato dal vescovo Claudio, con il quale ha avuto un lungo colloquio. “Il vescovo – ha annunciato al termine la Diocesi – ha accolte le dimissioni per tutelare la parrocchia e la comunita’ di Legnaro e per lasciare che le indagini chiariscano con precisione la realta’ dei fatti. Alla comunita’ parrocchiale coinvolta il vescovo Claudio esprime vicinanza e assicura il desidero di verificare quanto prima la situazione”. I magistrati, in attesa di accertare i fatti, hanno bloccato tutti i beni dell’eredita’. Secondo le accuse, ad accorgersi che qualcosa nella vita dell’uomo era cambiato erano stati proprio i parrocchiani, che dopo i primi sospetti hanno avvertito i Carabinieri. Pareva strano che il prete, un anno fa, si fosse messo a girare con una moto molto potente, avesse acquistato abiti a profusione e si fosse dato ai viaggi in hotel a cinque stelle. Beni che varrebbero varie migliaia di euro. Il sacerdote era stato nominato da un notaio custode delle fortune lasciate dal facoltoso farmacista, deceduto a 83 anni nella sua casa di Gallio, sull’Altopiano di Asiago. Il farmacista aveva previsto che anche la sua dimora sarebbe dovuta diventare la nuova sede dell’organizzazione di carita’, e che il denaro avrebbe dovuto essere usato unicamente per opere di beneficenza.