Può l’oggetto di un’eleganza che è stata diventare oggi provocazione? O essere il tailoring la risposta a un troppo che ha oltrepassato i limiti? Pierpaolo Piccioli per Valentino e Demna per Balenciaga, che sono anche amici, si ritrovano a dare nello stesso giorno risposte necessarie per entrare nell’età della neo-eleganza. L’italiano per andare avanti in quella che lui chiama «risignificazione », il georgiano per riprendere una strada che aveva lasciato nel tentativo di connettere la moda ad altro. Così non ci si stupisca se Piccioli pesca un segno del passato come la cravatta e la ripropone con sfrontatezza dal clutch tirapugni. L’attittude resta quella punk, cioè ribelle.
Persino nella rilettura di
un certo formalismo del vestire:
«Tailoring non è ritorno
all’eleganza ma ritorno ai
codici, per cambiarli di significato.
La giacca è costruita,
per esempio, secondo i codici,
ma è morbida: anni di
street hanno cambiato le cose,
e non si torna indietro».
Ed eccolo invece Demna
fare silenzio, qualcheminuto
prima dello show, quasi un
invito a riflettere come ha
fatto lui: «Ho lavorato a questa
collezione a ottobre, dunquemolto
tempo prima della
campagna…». «La crisi, il
dramma, i fatti»: così lo stilista
definisce quelle settimane
in dicembre in cui lui e
Balenciaga sono finiti sotto
pesanti critiche per due campagne
pubblicitarie con protagonisti
dei bambini. Racconta
che lavorare a questa
collezione è stato il suo «piccolo
rifugio psicologico. Un
posto dove taglio e cucito sono
stati terapeutici». La decisione
di sfilare senza lo
show? «Ho provato a connettere
la moda con altro, ma
non sempre ci sono riuscito.
Ricreare dentro una cupola
di vetro una tormenta è più
di impatto che fare vedere
l’abito che ha sei cuciture. Mi
sono chiesto cosa sia lamoda
oggi e mi sono dato una risposta:
manodopera. E questo
mi ha reso felice». Dunque
ecco spiegato l’invito: un
cartamodello per realizzare
una giacca sartoriale. E la location:
una sala del Carrousel
du Louvre dove si sfilava un
tempo foderata della tela
usata per i prototipi. Giacche
e pantaloni, abiti e trench da
manuale del tailoring e degli
archivi di Balenciaga ma anche
della sperimentazione,
con sotto che è il sopra e viceversa.
Distruggere per ricostruire:
ma senza più distrazioni.
Ineccepibile.
Sarah Burton per AlexanderMcQueen
torna a sfilare a
Parigi dopo quasi tre anni e
lo fa con una lezione di eleganza
assoluta: l’anatomia
degli abiti, tailoring allo stato
puro, nulla che non sia come
la sacra legge della sartoria
ha scritto in decenni e decenni.
Prima assoluta per
Francesco Ragazzi e la sua
Palm Angels a Parigi: qui per
elevarsi in qualità più che per
dimostrare qualcosa. Così lo
stile California dream è rivisto
in chiave super lusso.
Senza vendere l’anima, ma
restando street, dunque autentici.