Ristoranti al chiuso e palestre aperte dal 17 maggio, eliminazione o revisione del coprifuoco,
cancellazione del parametro che con 250 casi ogni 100mila
abitanti fa scattare automaticamente la zona rossa: in vista del
tagliando alle misure anticovid che il governo fara’ la prossima
settimana, e con l’Italia che da lunedi’ non avra’ piu’ zone rosse,
sale il pressing delle Regioni e del centrodestra per allentare
ulteriormente le restrizioni.
Il monitoraggio che arrivera’ nelle prossime ore confermera’
sostanzialmente i dati delle ultime settimane: la curva dei
contagi continua a scendere lentamente, con l’Rt che resta
stabile attorno a 0,85 a livello nazionale. Un miglioramento che
si riflettera’ nelle ordinanze per il cambio dei colori delle
Regioni da lunedi’ : la Valle d’Aosta, unica zona rossa rimasta,
passera’ in arancione e raggiungera’ la Sardegna e la Sicilia,
mentre Basilicata, Calabria e Puglia dovrebbero diventare gialle
facendo cosi’ salire ad oltre 53 milioni il numero degli italiani
che potranno circolare liberamente senza certificazioni e andare
al ristorante a pranzo e cena, al cinema, al teatro o in un
museo. Motivi per il quale e’ partito il pressing di chi punta,
con i dati che arriveranno venerdi’ 14, a riaprire tutto.
Il governo non ha ancora fissato la data per la cabina di
regia politica tra le forze di maggioranza e l’ala rigorista del
governo continua a ribadire la necessita’ di procedere con
prudenza per non vanificare gli sforzi fatti finora. Ma Matteo
Salvini ha gia’ fatto sapere quello che i suoi ministri andranno
a chiedere in Cdm: basta restrizioni. “Torniamo alla vita,
facciamo lavorare la gente al chiuso, all’aperto, di giorno e di
sera. Bisogna riaprire, togliere limiti, chiusure, coprifuoco.
Solo il pregiudizio ideologico puo’ tenere ancora chiusi gli
italiani” dice il leader della Lega. Anche le Regioni spingono
per maggiori aperture con il presidente della Conferenza
Massimiliano Fedriga che ha gia’ annunciato la linea che uscira’
dalla riunione di giovedi’ : le regioni vogliono “riaperture ad
ampio ventaglio”. L’obiettivo, fermo restando che il 15
riapriranno sia le piscine all’aperto sia i centri commerciali
nel fine settimana, e’ quello di anticipare al 17 maggio
l’apertura delle palestre e dei ristoranti al chiuso, prevista
invece dal decreto per il 1 giugno. Mossa per arginare le
proteste delle categorie che pero’ non sembrano avere molto
seguito, come dimostra il flop della manifestazione delle
partite Iva a piazza del Popolo con poche decine di persone. I
governatori chiederanno anche di rivedere il sistema delle
fasce, cercando di eliminare il criterio sull’incidenza, quello
che con 250 casi ogni 100mila abitanti fa scattare
automaticamente la zona rossa. Quanto al coprifuoco, difficile
che il governo decida di eliminarlo totalmente e, dunque, si va
verso il posticipo alle 23 o a mezzanotte, rinviando all’inizio
di giugno ulteriori scelte.
Con l’annuncio che il 15 maggio l’Italia si aprira’ ai
turisti, il governo ha preso pero’ una strada chiara e dunque e’
evidente che ci saranno ulteriori interventi. “Con il check
procederemo a nuove aperture” conferma il ministro degli Affari
Regionali Mariastella Gelmini ribadendo pero’ la necessita’ di
procedere “progressivamente e in sicurezza”. Ma il tagliando
servira’ anche per dare una data certa anche a quei settori che
finora sono rimasti fuori da ogni programmazione: quello delle
cerimonie e degli eventi, innanzitutto, ma anche le piscine al
chiuso, le discoteche e i locali da ballo. “Appena sara’
possibile – dice l’esponente di Forza Italia che sta mediando
con le regioni – il governo non perdera’ tempo e dara’ risposte”
anche a loro. Con l’obiettivo, ora che da lunedi’ in tutta Italia
apriranno le vaccinazioni per i 50enni, di arrivare all’estate
con due uniche restrizioni: l’utilizzo della mascherina e il
distanziamento.