Teresa Lucianelli

Presentato al Pacapè di Aversa, unitamente all’Alkeanza dei cuochi Slow Food, un progetto a favore del territorio e dei suoi giovani
L’evento ha visto la presenza, nel nuovo punto di riferimento della ristorazione normanna, di Nino Cannavale, di un tari-3qualificato pubblico di settore con i vertici Slow Food, capitanati dall’infaticabile fiduciario dell’Agro atellano-aversano Nicola Migliaccio, che ha curato con spirito propositivo la presentazione, riservando grande attenzione ai vari punti salienti della serata, attraverso una conduzione che ha interessato e coinvolto i presenti.
Il progetto dello chef Cannavale punta a promuovere formazione e tecnica per i giovani che desiderano avvicinarsi con convinzione ai fornelli, ovvero ad un’attività che richiede grande passione, grandi energie, assoluta dedizione e pure determinazione, ingegno, creatività. Un’iniziativa che punta a coniugare la caratteristica cucina normanna con i prodotti zonali tipici, prestando attenzione alla biodiversità e mirando a valorizzare i giovani talenti.
Selezionato il menù con eccellenze territoriali. Si è partiti dalla Papaccella e dal Fagiolo cannellino o Dente di Morto, tari-1poi il Lupino Gigante di Vairano, il pomodoro saliino di Villa Literno Non è chiaramente mancato l’asprinio di Alberata aversana.
Ad essi sono stati uniti, in un menù di varie tentazioni, mini hamburger di carne di vitellone marchigiana, stuzzicanti linguine,
colatura di alici di acetata, cipolla alifana.
Particolarmente gradito anche il conciato romano, presentato unitamente ad altri formaggi di alta qualità prodotti da Manuel Lombardi. Per poi finire con gustose specialità dolci a base di tartufo e la delizia semifredda di bufala ripiena dello chef.
Nicola Migliaccio ha sottolineato l’unione di intenti tra l’’Alleanza Slow Food dei cuochi e Pacapè: “È nata una sinergia – ha detto il fiduciario territoriale Slow Food – si sta mettendo a punto un menù che sarà poi integrato con quello del ristorante, con particolare attenzione alla valorizzazione dei prodotti dei nostri presìdi. Questo evento assume particolare rilievo tari2perché ci ha consentito di presentare ad un pubblico di settore le nostre proposte che vanno ad integrare la carta del locale”.
“Pacapè deve essere un vero e proprio teatro del gusto. I giovani che si alterneranno nella cucina del nostro ristorante saranno la vera prova del coinvolgimento totale che vogliamo offrire alle risorse del territorio. Tengo tanto -spiega Nino Cannavale – a farli diventare le vere stelle della ristorazione normanna”.
Il “regno” dello chef porta un nome originale, Pacapè, che è in effetti l’acronimo di “pane carne pesce”, ovvero tre importanti alimenti tra i più diffusi nell’alimentazione mediterranea che sono stati protagonisti anche nella serata dedicata alla presentazione, insieme a quelli promossi da Slow Food, per l’agroalimentare di alta qualità.