Riportare gli alunni piu’ piccoli in classe subito dopo Pasqua anche in zona rossa, modificando
quanto previsto dall’attuale Dpcm: e’ una ipotesi a cui diverse
forze politiche cominciano a guardare e che sembra sostenere
anche la Cei del presidente Bassetti. Con l’Italia ancora in
gran parte ‘rossa’, rimangono chiusi gli istituti scolastici per
la gran parte degli studenti italiani ma intanto parlamentari di
diversi schieramenti, complici anche alcuni studi – oggi ne e’
stato pubblicato uno su dati Miur incrociati con quelli delle
Ats e della Protezione civile, secondo il quale non c’e’
correlazione tra lezione in presenza e crescita dei contagi – le
proteste di piazza di questi giorni e la consapevolezza del peso
che stanno sostenendo le famiglie, premono per ripensare alle
chiusure almeno delle scuole dei piu’ piccoli.
Oggi e’ stata la ministra della Famiglia, Elena Bonetti, a
dire a chiare lettere di ritenere che dopo Pasqua anche nelle
zone rosse, “complice l’aumento delle vaccinazioni”, bisogna
“rivalutare la possibilita’ di riaprire la scuola dell’infanzia e
almeno la primaria”. Sulla stessa linea la presidente della
Commissione Infanzia Licia Ronzulli (FI).
Il Pd, con Paolo Lattanzio e Flavia Piccoli Nardelli,
componenti della Commissione Istruzione della Camera, dicono di
constatare “con preoccupazione che da qualche settimana, oltre
agli altri istituti serrati fin dalla prima fase della pandemia,
sono chiusi anche asili e scuole dell’infanzia. Crediamo sia
importante diversificare le prossime e necessarie aperture non
solo per zone e colori ma anche per fasce d’eta’ , valutando con
attenzione se anche nelle zone rosse sia possibile procedere con
l’attivita’ almeno di asili nido, scuole d’infanzia e primarie”.
Sul fronte opposto Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e
deputato di FdI chiede che il Governo Draghi lavori per
riaprire le scuole in presenza. Scende in campo la stessa
Giorgia Meloni la quale dice che Fratelli d’Italia “e’ al fianco
dei genitori, dei ragazzi e degli insegnanti che sono scesi in
piazza in tutta Italia per protestare contro la didattica a
distanza e chiedere di riaprire asili e scuole”.
Il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso (Lega) chiede
che il mondo della scienza operi una sintesi sul contagio nelle
scuole e poi fornisca le indicazioni necessarie alla politica,
“per prendere decisioni rapide ed efficaci”. I presidi del Lazio
con Cristina Costarelli, vicepresidente Anp, chiedono di rompere
gli indugi ma prevedere anche tamponi obbligatori per gli
studenti. Anche i Cinque Stelle con il capogruppo in Commissione
Cultura a Montecitorio Gianluca Vacca tornano a chiedere al
Governo che almeno gli alunni di asili nido, scuole
dell’infanzia ed elementari tornino subito in classe, e che si
lavori per riportare tra i banchi anche tutti gli altri il prima
possibile. Di medesima opinione Noi con l’Italia, Leu e Iv. Lo
stesso presidente della Conferenza delle Regioni e governatore
in Emilia Romagna Stefano Bonaccini dice di augurarsi che le
scuole aprano il prima possibile, “appena avremo i numeri in
base a quanto previsto dal Dpcm noi le riapriremo. E mi auguro
che sia l’ultimo anno scolastico per gli studenti con la
didattica a distanza”.
Piu’ prudente e’ la ministra dell’Universita’ Cristina Messa
sull’ipotesi di rientro degli studenti negli atenei: molto
probabilmente non riprenderanno le lezioni in presenza dopo
Pasqua nelle universita’ o ci sara’ una ripresa di una piccola
percentuale di studenti, soprattutto matricole, dove il colore
della zona lo permettera’ .
Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi in tutte le
occasioni ribadisce che la scuola in questi mesi “non e’ stata
ferma ne’ chiusa” e assicura che “si tornera’ in presenza” appena
le condizioni lo permetteranno. Intanto per il 26 marzo il
Comitato Priorita’ alla scuola, i Cobas e i precari hanno indetto
un giorno di ‘sciopero dalla dad’.