Il sogno olimpico tricolore, stroncato sul nascere per i Giochi del 2020 e 2024, prova a risorgere in veste invernale per l’edizione del 2026 e affronta le prime scadenze. Lo sprint parte domani, 3 luglio, quando entro le 18 dovranno essere presentati al Coni gli ‘studi di fattibilità’ da parte di Torino, Milano e Cortina. La scelta poi passerà al Coni, che si troverà a esaminare le singole proposte e valutare insieme con il governo, e il suo determinante appoggio, su quale puntare. C’è una settimana di tempo, prima del Consiglio nazionale del 10 luglio, anche se il presidente del Comitato olimpico, Giovanni Malagò, non ha escluso, per consentire una valutazione precisa, di convocarne un altro a fine mese. Il governo, per bocca del Sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, si è impegnato a dare una risposta “anche prima” del 10 luglio. Sarà una settimana fitta di incontri e confronti. Già domani, il n.1 dello sport italiano incontrerà il sottosegretario per un vertice decisivo in chiave Universiadi 2019: “Tutti i gruppi hanno lavorato molto nelle
ultime ore e sarei irresponsabile ad anticipare ogni decisione –
ha chiarito Malagò -.C’è una considerazione politica e domani
cercherò da Giorgetti di capire quale. Di certo, ha ribadito “se
non rema nella stessa direzione è meglio non andare avanti”.
La scelta di tutte le aspiranti di procedere da sole non
rafforza infatti la posizione italiana. Anche le tante
perplessità e divisioni emerse nelle stesse città interessate
sono altrettanti handicap che bisognerà invece trasformare in
elementi di forza per essere alternativa credibile rispetto alle
altre candidate, dalla giapponese Sapporo, all’austriaca Graz,
da Calgary a Stoccolma, fino alla turca Erzurum. L’11 gennaio
2019 scadrà il termine per presentare il fascicolo della
candidatura e la scelta della sede si farà proprio a Milano, in
occasione della 134/a Sessione del Cio, il 10 settembre 2019.
Al centro dell’attenzione, per ora, sono gli ‘studi di
fattibilità’, i progetti. Il Cio ha emanato nuove norme che
consentono notevoli risparmi, fino a 500 milioni di dollari,
nella realizzazione delle strutture, un chiaro incentivo per le
aspiranti candidate. Torino, come ha annunciato la sindaca,
Chiara Appendino, punta su un evento green e sostenibile. “Non
prevediamo di costruire nulla ex novo e non vogliamo fare
debito”, ha chiarito, sottolineando la necessità di non ripetere
alcuni errori fatti nel 2006. Cortina-Dolomiti propone
un’Olimpiade economicamente light, con tanti impianti già
disponibili, strutture temporanee, basso impatto ambientale e il
marchio dell’unica candidatura veramente alpina, se paragonata a
Torino e Milano. Il capoluogo lombardo, che si fa forte anche
del fatto di non aver mai ospitato i Giochi, al contrario delle
rivali, e nel progetto comprende anche la possibilità di
sfruttare per il bob e il salto gli impianti di Sankt Moritz. le
carte sono sul tavolo, la partita comincia.